Valerio Gigante e Luca Kocci LA CHIESA DI TUTTI pp. 192 Euro 14.00

 

Obiettivo del libro è quello di svelare come il tessuto ecclesiale che attraversa il nostro Paese sia assai più plurale, articolato e diversificato di quanto comunemente venga percepito o di quanto emerga dall’informazione religiosa “ufficiale”; e quanto quindi sia infondata la pretesa dell’istituzione cattolica di essere immagine dell’intero corpo della Chiesa.

I due autori hanno allora deciso di ribaltare la piramide con cui di solito si intende la Chiesa. Sono partiti dalla base, ricostruendo le origini, la storia, le tante articolazioni del cattolicesimo conciliare e progressista, per poi segnalare – nei capp. 3 e 4 – lo scarto enorme che ormai nel mondo cattolico si è prodotto tra magistero ecclesiastico e popolo di Dio in cammino su questioni cruciali come la democrazia nella Chiesa, i patrimoni e i privilegi ecclesiastici, la morale sessuale, i temi eticamente sensibili, il rapporto tra Chiesa, finanza e politica, le questioni di genere, il rapporto con le culture secolarizzate.

Soffermandosi esclusivamente sulla Chiesa italiana – senza prendere in esame, quindi, né le altre Chiese nazionali né il Vaticano, se non per quegli aspetti che riguardano l’Italia – gli autori elencano le «principali entrate economiche, i patrimoni e le esenzioni fiscali e amministrative di cui beneficia la Chiesa italiana»; dall’altra, danno voce «a quelle realtà ecclesiali di base che manifestano un atteggiamento critico nei confronti della ricchezza e dei privilegi della Chiesa, in nome dell’ideale evangelico di Gesù di Nazareth e del sogno di una “Chiesa povera e dei poveri” che, fin dai tempi del Concilio Vaticano II, scorre come un fiume sotterraneo all’interno del corpo della Chiesa». In questa sezione, il lavoro degli autori si sofferma in particolare su due questioni, che, oltre a essere particolarmente dibattute anche nel mondo laico, hanno costituito un evidente elemento di divisione – quasi uno spartiacque – fra i vertici dell’istituzione ecclesiastica e la Chiesa di base variamente declinata: le finanze e i patrimoni della Chiesa e i “principi non negoziabili”.

Nel quinto capitolo, il libro racconta nel dettaglio, e con uno stile maggiormente narrativo, sei esperienze di comunità ecclesiali “di frontiera”, «attive sul terreno sociale ma non rinchiuse nell’ambito della solidarietà, bensì fortemente impegnate anche nel tentativo di costruire una Chiesa più fedele al Vangelo». Sono la comunità dell’Isolotto e quella delle Piagge a Firenze, i gruppi gay credenti, il centro di accoglienza delle suore orsoline di Caserta “Casa Rut”, il centro di studi biblici “Giovanni Vannucci” di Montefano (Mc), la comunità di S. Francesco all’Alberheria di Palermo.

Chiude il libro il tentativo di proporre ai lettori una sorta di “pagine gialle” del cattolicesimo conciliare, progressista, sociale, del “dissenso”; di tutta quella parte di Chiesa, insomma, non allineata, eccentrica, “centrifuga” rispetto alla teologia romana ed alla linea impressa in questi ultimi decenni da Cei e Vaticano. Dai gruppi ecclesiali di base oggi attivi in Italia, alle realtà impegnate sui temi della pace, del disarmo, della giustizia sociale; dalle esperienze più avanzate nel campo della ricerca teologica, della spiritualità, della lettura popolare della Bibbia, a quelle di animazione biblica, sociale e culturale; dalle riviste di informazione e di controinformazione ai gruppi ecclesiali femminili o femministi.

da Adista n. 39/2013