Una resistenza attiva e politica

Caro amico palestinese, sono uno che ha sempre riconosciuto i dolori e sostenuto i diritti del tuo popolo, causati dalla politica ingiusta e arrogante spesso seguita da Israele e dall'occidente. Ora ti dico, più forte di diverse altre volte precedenti: tu, l'autorità palestinese, tutto il tuo popolo, dovete riuscire a sconfessare e trattenere gli attentatori suicidi.

Bisogna comprendere la disperazione che esprimono, causata da chi chiude le prospettive di vita.

Ma la loro azione, che essi considerano un sacrificio meritorio, è un'ingiustizia grave, perché uccide civili che hanno lo stesso diritto alla vita che abbiamo tutti, che hai tu, che ho io.

E' un delitto che scredita agli occhi del mondo il vostro diritto, mentre voi avete bisogno del sostegno della comunità dei popoli.

E' un'offesa alla religione, a tutte le religioni, nessuna delle quali permette mai di uccidere persone inermi, personalmente innocenti.

E' una stoltezza perché dà il pretesto ben fondato a rappresaglie pesanti e dolorose, senza fine.

I cosiddetti kamikaze non sono martiri della Palestina, ma complici della politica violenta di Sharon. Caro amico palestinese, aiuta tutti i tuoi fratelli a vedere che le armi e l'omicidio non portano davvero mai alla vittoria della ragione e del diritto, ma prolungano nelle generazioni una catena inutile e interminabile di dolori e di sangue, contro la vita. E' ciò che diciamo anche agli israeliani, e dobbiamo ricordarlo anche a voi. «Gareggiate dunque tra voi nelle opere giuste» (Corano 5, 48) e non nello spargere sangue. Capisco bene che per voi, anche disapprovandoli, può essere difficile sconfessare dei fratelli che pensano di fare bene ad agire così (o sono indotti a credere questo da qualcuno che non vuole una soluzione pacifica del conflitto). Ma voi potete vedere che essi danneggiano la causa del popolo palestinese e ne offendono la reputazione morale.

L'odio non porta mai bene e rende il mondo sempre più inospitale e crudele. Promuovete i metodi della resistenza attiva, politica, popolare, nonviolenta, di cui avete tra voi e attorno a voi l'esperienza e l'insegnamento. Il mondo vi capirà e vi sosterrà molto di più. La solidarietà dei popoli è l'arma politica che non uccide e di cui avete bisogno voi come tutti, più di tutti.

C'è chi dice che i pacifisti tra voi vengono eliminati come se fossero dei collaborazionisti di Israele. Dimostrate a chi dice questo la vostra civiltà morale. Allora, chi vi capisce e vi appoggia potrà farlo senza l'imbarazzo e l'esitazione causati in noi dai ripugnanti delitti dei suicidi stragisti. Di questo vi supplico, per la simpatia e l'amicizia che ho per il vostro popolo.
Enrico Peyretti