IL PREZZO DA PAGARE
 di Elena Curti
È L’AUTRICE DI QUESTO ARTICOLO, PUBBLICATO SUL SETTIMANALE CATTOLICO INGLESE “THE TABLET”(09/07/05).
TITOLO ORIGINALE: “HIGH PRICE OF BROKEN TRUST”

Inghilterra e irlanda: lo scandalo degli abusi sessuali perpetrati da membri del clero colpisce e affonda le diocesi.
Da qualche parte, nell’Irlanda del Nord, vive un uomo il cui stato mentale è così fragile che non può nemmeno badare a se stesso. L’uomo, conosciuto solo come mister A, vive in una sistemazione di fortuna e soffre di schizofrenia. La settimana scorsa l’Alta Corte di Manchester ha concluso che le sue condizioni sono attribuibili all’abuso sessuale che ha subito dall’età di sette anni come vittima di un prete. Il risarcimento che gli è stato dato è arrivato a più di 600.000 sterline: un record contro la Chiesa cattolica nel Regno Unito.
Con il caso della settimana scorsa è stata la prima volta che una denuncia del genere contro la Chiesa è stata risolta dall’Alta Corte, e il verdetto probabilmente avrà conseguenze per il tipo di risarcimento da pagare in casi simili in futuro. In particolare, questo caso sembra seguire un modello consolidato negli Stati Uniti, dove il numero dei denuncianti e le somme di denaro loro concesse sono aumentate a dismisura. Tant’è che in tre Stati la Chiesa non è stata in grado di far fronte alle somme richieste e ha dichiarato bancarotta.
Nel frattempo, in Canada, la diocesi di St. George in Terranova sta vendendo le sue proprietà, facendo appelli per ottenere donazioni e potrebbe dover chiudere parrocchie per risarcire le 39 vittime di un prete pedofilo. I denuncianti sono stati abusati sessualmente da p. Kevin Bennett. Bennett, prete diocesano, è stato accusato di aver abusato sessualmente di decine di ragazzi, e l’anno scorso la Corte Suprema del Canada ha ritenuto la diocesi di St. George direttamente e indirettamente responsabile per le azioni del prete.
Le vittime all’inizio avevano chiesto 23 milioni di sterline in risarcimento e a maggio scorso la diocesi affermò ufficialmente l’intenzione di dichiarare bancarotta. Tuttavia, le vittime si convinsero in un secondo tempo ad accettare offerte inferiori di risarcimento, che andavano da un minimo di 34.000 a 460.000 sterline.
Martedì, la Corte Suprema ha approvato un accordo per 6 milioni di sterline. St. George afferma che ora dovrà vendere 150 delle sue proprietà. Essa sta anche facendo appello alle altre diocesi, a comunità religiose e a cattolici benestanti affinché facciano donazioni che le rendano possibile continuare il suo ministero e, allo stesso tempo, risarcire le vittime. Il vescovo di St. George, Douglas Crosby, ha riconosciuto che alcune parrocchie e missioni potrebbero trovarsi nella condizione di chiudere.
Si è anche vociferato che alcune diocesi in Gran Bretagna potrebbero trovarsi in difficoltà finanziarie, ma sembra che la maggior parte di esse sia coperta da un’assicurazione. La diocesi di Birmingham ha puntualizzato immediatamente che non deve pagare nemmeno un penny per il risarcimento di Mister A, né per le spese legali. Mister A, che oggi ha 34 anni, è stato abusato sessualmente da p. Christopher Clonan, sacerdote presso la chiesa di Cristo Re a Coundon, Coventry, un uomo al tempo rispettato e stimato dalla famiglia di Mister A. La natura dell’abuso diventò subito molto grave e continuò per 10 anni fino al 1988. Quattro anni dopo, quando Clonan venne a sapere delle accuse rivolte contro di lui, lasciò il Paese. La polizia ritiene che sia morto in Australia nel 1998.
Il capo ufficio stampa della diocesi di Birmingham, Peter Jennings, ritiene che nel caso di mister A vi siano dei fattori unici. Egli sottolinea che il grosso del risarcimento (500.000 sterline) è per i guadagni non percepiti, e riflette ciò che il giudice ha stabilito in merito alla somma che la vittima avrebbe accumulato in stipendi se non fosse stato reso incapace di lavorare per l’abuso che aveva subito.
“L’arcidiocesi di Birmingham ha un’assicu-razione e questo caso è stato portato avanti in piena cooperazione con la compagnia d’assicu-razione. Per questo accordo non verrà usato nulla del denaro dato dalle parrocchie ai fondi centrali. Il caso di mister A è un caso unico. Non aprirà i rubinetti dei fondi e chi lo pensa esagera”.
Analogamente, il vescovo Vincent Nichols di Birmingham ha descritto la storia di Clonan come un “caso agghiacciante”, il peggiore di cui sia venuto a conoscenza, ma che non modifica le procedure prefissate e le regole in base alle quali il risarcimento viene calcolato.
Alcuni avvocati, tuttavia, ritengono che altre vittime di abusi potrebbero in futuro rivendicare perdite di guadagni attribuibili allo stress post-traumatico o alla malattia mentale causata da un abuso infantile. In quel senso essi affermano che l’abuso non è diverso da altre forme di lesione personale. L’altro fattore significativo, ritengono, è che 50.000 sterline del risarcimento di Mister A sono stati per il dolore e la sofferenza causati dall’abuso.
“È una delle cifre più alte che ho visto pagare per il dolore e la sofferenza”, ha detto Peter Garsden, vice presidente dell’Associazione degli avvocati per gli abusi su minori (ACAL).
Garsden ritiene che i risarcimenti per il dolore e la sofferenza continueranno ad aumentare man mano che aumenterà la consapevolezza del trauma permanente causato dall’abuso. Grazie alla sua lunga esperienza di ascolto delle vittime, afferma che la sofferenza è invariabilmente grave.
“I clienti hanno incubi. Spesso non riescono a dormire. Sono totalmente incapaci di avere relazioni con il sesso opposto. Spesso hanno problemi psichiatrici ed emotivi”. Tale sofferenza, è convinto, è ancora più intensa se il sopravvissuto è la vittima di un prete. “Le complicazioni sono maggiori. Vi è un vincolo religioso e un paradosso, in queste situazioni. Si suppone che il sacerdote educhi i bambini secondo le strade della bontà, mentre fa il contrario. C’è stata una grande propensione a restare in silenzio, con i preti che spesso insistono che il bambino non verrà creduto. La repressione della verità rende più difficile affrontarla”.
Garsden ha dure parole per alcune compagnie di assicurazione coinvolte nella difesa di cause di abuso su minore. Le accusa di fare tutto il possibile per indebolire le vittime. “Nella mia esperienza, le compagnie assicurative oppongono sempre resistenza al processo. Fanno tutto quello che possono per indebolire le vittime. Fanno un’offerta bassa e le sottopongono a una pressione tattica per portarle a rinunciare. Usano la cornice legale per innescare la lite. “In generale –spiega Garsden - se si è contro una compagnia assicurativa, loro si metteranno a combattere in modo ancora più duro e non chiederanno scusa”.
Il caso di Mister A è andato all’Alta Corte dopo cinque anni di deliberazioni. I suoi avvocati hanno chiesto 1,9 milioni di sterline, e nel suo caso, la Chiesa, e non solo la compagnia assicurativa interessata, ha messo in discussione la richiesta. Intervistato al programma di Radio 4 della BBC Sunday, l’arcivescovo Nichols ha detto: “è importante ricordare che gli avvocati hanno chiesto quasi 2 milioni di sterline. Il fatto che la corte abbia rimborsato 650.000 sterline significa che la richiesta era esagerata e, secondo alcuni, aggressiva”.
L’avvocato che rappresentava la diocesi di Birmingham, Glenn Miller, socio di Beachcroft Wansborough, non crede che il risarcimento per gli abusi su minori continuerà a salire al ritmo con cui è salito negli Stati Uniti. La ragione principale per cui pensa questo è che negli Stati Uniti le giurie popolari determinano l’ammontare del risarcimento. Nel Regno Unito invece le somme vengono stabilite dai giudici. “I giudici inglesi non si occupano di numeri telefonici. Non sono interessati a ottenere milione su milione. Nel caso di Mister A, le cifre sono state dettagliate. La perdita di uno stipendio è stata calcolata fino all’ultimo centesimo”.
Ma le somme patteggiate sono cresciute rapidamente negli ultimi anni nel Regno Unito. Miller lo attribuisce al precedente stabilito dalla Corte d’Appello nel 2003 riguardo a bambini che avevano subito un abuso presso le case di assistenza di Bryn Alyn nel Galles del Nord. In quel caso fu stabilita per la prima volta per le vittime una cifra di 50.000 sterline “per il dolore e le sofferenze subite”.“La Corte d’appello decise che oltre ad una somma di denaro per risarcire la vittima per ciò che stava soffrendo, doveva anche essere prevista una cifra per la pena e la sofferenza al tempo in cui aveva patito l’abuso”.
L’avvocato che rappresenta Mister A, John Housden di Clifton Ingram, ha espresso la speranza che la Chiesa offra quello che chiama “realistico risarcimento” a tutti coloro che sono stati vittime di abusi sessuali da parte di preti cattolici, così che alle vittime e alle loro famiglie venga risparmiato il trauma delle prove da fornire.
La Chiesa ha affermato che ascolterà e affronterà tutte le accuse di abusi sessuali, a prescindere dal periodo in cui l’abuso è avvenuto, eppure troppo spesso vediamo che la Chiesa nega le richieste di risarcimento in base al fatto che l’abuso è avvenuto troppo tempo prima per essere preso in considerazione”, ha detto.
Housden non si aspetta che il caso di Mister A porti con sé una valanga di altre denunce. Le accuse, ha detto, possono essere accolte solo se si può provare che la Chiesa ha violato il suo dovere di dare assistenza alle vittime. “Bisogna dimostrare che la Chiesa sapeva che uno dei suoi preti abusava dei parrocchiani o dei chierichetti e chiudeva un occhio. Nel caso di Mister A abbiamo ricevuto collaborazione da molti testimoni. Ci sono invece molti casi in cui non abbiamo prove”.
Non crede nemmeno che le cifre stanziate per il dolore e la sofferenza causati dall’abuso andranno sopra le 75.000 sterline, cifra recentemente raggiunta da un tetraplegico in un caso di lesioni causate da incidente.
Ma c’è un altro fattore che potrebbe portare a richieste più numerose e più alte, cioè la tendenza degli avvocati che si occupano di offese alla persona ad accettare i casi in base alla regola “niente vittoria, niente parcella”, come nel caso di Mister A, in cui le parcelle legali saranno intorno alle 500.000 sterline. Housden difende la prassi, affermando che queste richieste alla Chiesa rappresentano un grave rischio per gli avvocati. “C’è una enorme spesa e se non vinciamo è denaro che se ne va. Ci sentiamo forti anche da un punto di vista morale. Facciamo fronte”.
Secondo Jennings, ci sono attualmente due vittime presunte di Christopher Clonan che richiedono un risarcimento alla diocesi. L’avvocato di Mister A sta seguendo altri processi per abuso contro la Chiesa cattolica, otto di loro riguardanti preti dell’arcidiocesi di Birmingham. Ci sono altri avvocati nel Paese che si stanno specializzando in casi di abusi su minori.
La settimana scorsa il Copca, l’ufficio istituito dalla Chiesa per la protezione dei bambini, ha riportato che nel 2004 il numero di accuse di abuso è salito del 50%. Il Copca ritiene che ciò rifletta una maggiore fiducia tra la gente nel fatto che la Chiesa prenderà sul serio le sue denunce. Ma se altre persone si faranno avanti, ce ne saranno ancora di più pronte a intentare una causa.
La maggior parte delle denunce fa riferimento a fatti avvenuti molto tempo fa, in uno o due casi addirittura risalgono a 60 anni fa. In queste circostanze la polizia spesso si trova nella difficile situazione di dover stabilire la verità. Il direttore di Copca, Eileen Shearer, ha sempre sostenuto che le accuse false sono molto rare, e che in realtà troppe vittime – secondo lei almeno un terzo – non riescono ancora ad ammettere l’abuso subito durante l’infanzia.
Sia per le vittime sia per la Chiesa cattolica, l’abuso risalente a tanto tempo prima è una minaccia per il presente. Persone come Mister A hanno avuto le loro vite distrutte. E la Chiesa, che negli ultimi anni ha lavorato duramente per garantire che i bambini a lei affidati fossero al sicuro, ora si trova perseguita dal punto di vista finanziario, e la sua reputazione è macchiata.

Riparazione dell’abuso infantile: l’esperienza irlandese

I vescovi irlandesi affermano di dover trovare 25 milioni di euro nei prossimi cinque anni per far fronte all’aumento dei costi delle denunce di abuso sessuale per le vittime. Solo negli ultimi due anni, i pagamenti hanno raggiunto i 5 milioni di euro. A marzo i vescovi hanno ammesso per la prima volta che i pagamenti avevano quasi svuotato un fondo centrale noto come Stewardship Trust, istituito nel 1996. Questo li ha obbligati a intraprendere un nuovo processo consultivo nelle loro diocesi sul futuro del fondo. Le cifre a livello nazionale dimostrano che 10,8 milioni di euro sono stati pagati da questo fondo centrale come risarcimento a 143 persone abusate da 36 preti – di questi, 2,53 milioni circa per le spese legali e circa 2 milioni in servizi di protezione all’infanzia, ricerche e consulenze legali. Il grosso dei pagamenti diocesani è avvenuto negli ultimi due anni: 1,9 milioni di euro nel 2003 e 2,9 milioni nel 2004. In questi due anni le diocesi hanno versato nel fondo, per aumentarne il capitale, 6,3 milioni di euro.
Lo Stewardship Trust è stato aperto tutto in una volta con un versamento di 4,3 milioni di euro da parte della Chiesa e della General Insurance Company a copertura delle denunce, ma nel 1999, dopo ulteriori negoziazioni con i vescovi, la compagnia ha pagato la somma finale di 6,3 milioni di euro. Dublino, la diocesi più grande, ha contribuito con 2,5 milioni e dovrebbe apportarne altri 5 nei prossimi quattro anni. Ha ricevuto 3,7 milioni dal fondo a copertura delle denunce. A Dublino non è stato usato per le denunce denaro proveniente dalle collette fatte in chiesa, al contrario della diocesi di Derry, dove qualche mese fa il vescovo Seamus Hegarty è stato obbligato a prelevare un 3% dalle offerte delle parrocchie.
Si attende a breve un rapporto elaborato da un’indagine governativa sul livello di abuso nella diocesi di Ferns. L’indagine è stata commissionata dopo che gli scandali obbligarono il vescovo Brendan Comiskey a rassegnare le dimissioni nell’aprile 2002. Nel frattempo, due preti di Ferns sono stati ridotti allo stato laicale da Roma in base ad un processo canonico. Più avanti, quest’anno, un’inchiesta similare illustrerà il livello di abusi a Dublino, con l’arcivescovo emerito di Dublino, il cardinale Desmond Connell, chiamato a testimoniare.
Riguardo agli ordini religiosi, il governo ha concluso nel 2002 un accordo con 18 congregazioni che garantisce un’indennità statale in caso di denunce che superino i 128 milioni di euro da parte di vittime che si trovavano in istituzioni residenziali sotto il loro controllo. Questo accordo, supervisionato da un “Consiglio per la riparazione”, è stato criticato dal controllore e uditore generale perché costituisce un aggravio, per i contribuenti, di quasi 1 miliardo di euro. In aprile, il ministro dell’educazione, Mary Hanafin, ha detto al Dail, la Casa bassa del Parlamento, che il “Consiglio per la riparazione” ha pagato circa 229 milioni di euro a più di 3.000 vittime con un premio medio di 78.000 euro. Il Consiglio ha ricevuto più di 5.800 richieste.

ADISTA n°58 del 30.7.2005