LETTERA A BENEDETTO
Gianfranco Monaca *

Caro Benedetto, ho notato che il tuo primo discorso dopo l'elezione si è differenziato da quello di inizio conclave, introducendo tre punti fondamentali: rilancio del Concilio Vaticano II, rilancio della collegialità, rilancio del dialogo interreligioso e con il mondo dei "non credenti".
In molte realtà della Chiesa di base, dopo un primo momento di disappunto e di irritazione per il risultato del conclave, si sta facendo posto a un sentimento di attesa, soprattutto mettendo a frutto l'esperienza avuta con il pontificato Wojtyla: non accontentarsi di dichiarazioni platoniche, per quanto ben confezionate, ma verificare gli atti di governo. Essere contro la guerra per esempio significa prendere provvedimenti riguardo al comportamento dei cattolici di fronte al loro coinvolgimento in fatti di guerra. Alcuni esempi: che senso ha negare l'eucaristia ai divorziati risposati e concederla ai militari, addirittura mantenendo dei cappellani negli eserciti? O punire con la scomunica chi abortisce e chi coopera attivamente all'aborto, ignorando coloro che sostengono la pena di morte e coloro che la applicano e la eseguono? Come si concilia la volontà di pace con il coinvolgimento della banca vaticana in operazioni economiche e finanziarie con soggetti che non hanno riserve sulla produzione di armamenti o specialità farmaceutiche riservate a chi se le può permettere? Come si concilia il rispetto per l'etica dei non credenti e l'opposizione o il boicottaggio di provvedimenti legislativi negli ordinamenti democratici favorevoli alle coppie di fatto, all'unione degli omosessuali, all'utilizzo di contraccettivi? I nunzi apostolici si faranno ancora vedere mentre giocano a tennis con i colonnelli delle giunte militari che producono desaparecidos? E verranno ancora premiati con la promozione al cardinalato e alla prefettura di importanti dicasteri ecclesiastici? Se i vescovi che reclamano il rispetto dei diritti umani per i campesinos moriranno in "imprevedibili" incidenti stradali o verranno trucidati mentre celebrano l'eucaristia, il papa si limiterà a deplorare la cosa dalla finestra o andrà (almeno) a partecipare di persona alle loro sepolture? Riguardo ai ministri della pastorale, il Concilio Vaticano II (ricordi?) aveva preferito l'espressione "presbiteri" e "presbiterato" a quella di "sacerdoti" e "sacerdozio"; poi gradualmente negli anni Novanta si è tornati all'antico linguaggio, sacrale e paganeggiante, e la cosa non fu senza conseguenze operative. Ritieni che ciò rappresenti un problema serio, e ci metterai mano?
Ho considerato un segno positivo che la cerimonia della tua solenne assunzione del compito pastorale non sia stata più definita "incoronazione" e che si sia dato rilievo ai diaconi, religiosi e laici, ma aspetto di vedere in che modo il simbolo verrà tradotto in realtà. Certo, la cornice era la solita, barocca e imperiale, ben lontana dalla semplicità di Nazaret, con il parterre des rois in prima fila, invece dei miserabili delle periferie, degli slums e delle baraccopoli (quelli che i bombardamenti li ricevono solo, sempre, e non li organizzano mai). A proposito della tua omelia, ho sentito che i commentatori hanno molto evidenziato quanto hai detto sul "pallio" e sull'"anello del pescatore", mentre io ho apprezzato soprattutto la frase "la salvezza viene dal crocifisso, non dai crocifissori". Una formula felice, che tradurrai in quali atti di governo?
A breve scadenza (agosto) si terrà a Colonia la Giornata mondiale della gioventù: da quella di Parigi in poi, compresa quella del Giubileo del 2000, comprese manifestazioni minori come il Meeting ciellino di Rimini, la famigerata Nestlè ha sempre fornito la propria sponsorizzazione, bene evidenziata da esposizione del suo logo. Cosa accadrà quest'anno?
Le messe trasmesse la domenica mattina dalla Rai sono sempre celebrate in chiese molto belle e monumentali: quando cominceremo a vedere anche quelle celebrate nei villaggi sperduti nella savana e fra i senza terra?
Molte comunità di base aspettano un segno, non essendo disposte a credere che dal balcone si possano fare dichiarazioni teoriche mentre negli uffici si lavora all'incontrario. Il papa è un sovrano assoluto e non ha bisogno del benestare di altri poteri, assommando in sé il potere legislativo, esecutivo e giudiziario. Quello che dirà sarà dunque molto meno importante di quello che farà. Il vangelo dice che Gesù "insegnava operando", cioè ciò che faceva era un insegnamento (Atti 1,1)."Non chi dice: 'Oh, Signore! Oh, Signore!' entra nel Regno dei Cieli, ma colui che fa la volontà di Dio" (Matteo 7,21). "La fede non serve a niente se non è accompagnata dai fatti" (Giacomo 2, 20).
La mia età non è molto diversa dalla tua, e il tuo segretario di Stato mi conosce molto bene. Questa mia lettera non è un colpo di testa, né un accesso di esibizionismo. Ho parlato a lungo con molti amici che il vangelo definirebbe "lucignoli fumiganti", "pecore che non fanno parte del gregge" e che mi hanno affidato i loro interrogativi più come una sfida che come una devota speranza. Non so se avrai il tempo per rispondere a parole, anzi, non ti preoccupare di trovarlo. La tua risposta la troveremo (o non la troveremo) nelle cose, man mano che vedremo il cielo tingersi di rosso, e potremo prevedere che "il tempo cambierà". Se non ti offendi, ti abbraccio fraternamente, senza baciarti l'anello. Tra noi non si usa. Carissimi saluti

* grafico e vignettista di "Tempi di Fraternità" (Torino)

ADISTA n° 34 del 7.5.2005