Una esercitazione disgustosa

Uri Avnery

23 Marzo, 2006
Gush Shalom - fonte: Z-net.it

 

L'argomento centrale di questo articolo è il disgusto. Pertanto chiedo scusa in anticipo per il frequente uso di questa ed altre parole.

Nel dizionario dei sinonimi e dei contrari trovo molti termini simili: ripugnanza, repulsione, antipatia, nausea, avversione, abominazione, odio, ed altre ancora. Esse sono tutte frequenti nei miei sentimenti circa l'azione svoltasi a Gerico martedì.

Era una cosa da aborrire prima di tutto perché era solo un trucco di propaganda elettorale. Che un politico spedisca l'esercito a raccogliere voti è un atto da aborrire. In questa azione, tre persone sono state uccise. Molte altre vite, Palestinesi ed Israeliane, sono state messe a rischio.

Il cinismo orribile della decisione era chiaro a tutti. Persino gli elettori lo hanno notato: in un sondaggio pubblico due giorni più tardi, il 47% diceva che la decisione era stata influenzata da considerazioni elettorali, solo i 49% la pensava diversamente.

Questa non è la prima volta che Ehud Olmert ha camminato sui cadaveri nella sua via al potere. Come sindaco di Gerusalemme, fece pressioni per l'apertura di un tunnel nell'area dei reliquari musulmani, causando (come ci si poteva aspettare) dozzine di vittime. Binyamin Netanyahu, suo complice a quei tempi, ha fatto roba del genere.

Netanyahu, almeno, è stato un tempo un combattente, che ha rischiato la vita in azione. Molto più spregevole è un politico che manda altri a rischiare la vita ma è moto attento a non rischiare la propria. In questa gloriosa banda troviamo anche George W. Bush e Dick Cheney, due guerrafondai seriali.

Olmert aveva un problema. Il suo partito nei sondaggi stava lentamente andando a fondo. Col passare del tempo, alcuni dei fan di Kadima avevano cominciato a notare che Olmert, dopotutto, non è Sharon. La gloria di Sharon deriva principalmente dall'essere un generale vittorioso, che se ne è andato in giro durante la guerra dello Yom Kippur con una vistosa fasciatura sulla testa (a tutt'oggi non è chiarissimo a cosa servisse). Olmert aveva urgente bisogno di un'azione militare che gli fornisse gli allori del capace comandante militare, e lo aiutasse anche a liberarsi del nomignolo affibbiatogli dal Likud: Smolmert (Smol, in ebraico, significa sinistra).

Il trucco ha pagato. Nello stesso sondaggi il 20,7% degli elettori ha detto che l'azione di Gerico li ha persuasi a votare per Kadima, o almeno, ha rinforzato la loro decisione a farlo.

In generale, uno dovrebbe stare attento ad un politico civile che diventa un leader coronato da allori militari: è sufficiente citare il caso di Anthony Eden, l'erede di Winston Churchill, che iniziò la guerra di Suez ne 1956.

Cosa ci ricorda quella guerra? La collusione.

I Britannici volevano buttare giù Gamal Abd-al-Nasser, perché ebbe la temerarietà di espropriare gli azionisti della Suez Canal Company. I Francesi volevano buttarlo giù per via del suo appoggio alla guerra algerina di liberazione. Cospirarono con David Ben-Gurion, che voleva distruggere il rammodernato esercito egiziano. Il principale perno della collusione fu Shimon Peres, ora numero due nella lista Kadima.

Funzionò così: i paracadutisti israeliani, comandati da Ariel Sharon (fondatore di Kadima), furono lanciati vicino al canale di Suez. La Gran Bretagna e la Francia emisero un ultimatum fasullo che imponeva ad Egitto ed Israele di ritirare le loro forze dal canale -- una richiesta grottesca, dato che il canale è profondamente inserito nel territorio egiziano. Come prestabilito, Israele rifiutò, e allora le force britanniche e francesi invasero l'area del canale, lasciando che l'esercito israeliano assumesse il controllo dell'intera penisola del Sinai. la collusione era così primitiva ed ovvia che fu subito scoperta. Fine di Eden.

L'affare di Gerico è incredibilmente simile: i Britannici e gli Americani finsero di temere per l'incolumità dei loro osservatori, che erano stazionati a Gerico secondo un accordo di cui parleremo più avanti. Dissero a Mahmoud Abbas che avrebbero potuto ritirarli. Ad un'ora segretamente concordata con il Primo Ministro di Israele, gli osservatori Britannici ed Americani se ne andarono e l'esercito Israeliano arrivò al loro posto. La preparazione per questa azione era durata settimane.

Si dovrebbe dire una cosa a favore di George Bush e Tony Blair (e il suo miserabile ministro degli esteri, Jack Straw): hanno riesumato la più vecchia delle professioni nella più antica città del mondo. Il filo rosso di Rahav la meretrice (Giosuè, 2) porta a questo atto di prostituzione.

Il Tenente Generale Dan Halutz può essere orgoglioso di questa vittoria. In passato, era divenuto famoso per aver detto che tutto ciò che sentiva era una leggera scossa alla sua ala quando gettava una bomba su luoghi abitati da civili, anche se donne e bambini era stati uccisi. Dopo aveva dormito bene, aveva detto. Ora ha conquistato la vera gloria: con l'aiuto di dozzine di carri armati, elicotteri d'attacco e pesanti buldozers ha avuto successo nel catturare sei uomini disarmati nella tranquilla, non violenta città che vive di turismo.

Nel corso dell'azione i soldati di Halutz hanno rappresentato un quadretto disgustoso che ha macchiato l'immagine dell'esercito israeliano agli occhi di centinaia di milioni di persone che hanno assistito dai loro teleschermi. Hanno ordinato a poliziotti e detenuti palestinesi di togliersi i loro vestiti, e dopo li hanno fotografati, ancora e ancora -- ancora e ancora -- quando erano in mutande. Non c'era nessun bisogno di farlo. Il pretesto, che potessero nascondere giubbotti esplosivi su di sé, era ridicolo, date le circostanze. Ed anche se fosse stato necessario, poteva certamente essere fatto lontano dalle telecamere. Non c'è dubbio che l'intenzione era umiliare, degradare, soddisfare tendenze sadiche.

Una persona può forse superare le percosse, e persino la tortura. Ma non dimenticherà mai l'umiliazione, specialmente quando è fatta sotto gli occhi dei loro familiari, amici, colleghi e tutto il mondo. Quanti terroristi sono nati in quel momento?

Quel giorno mi è capitato di visitare amici in un villaggio della Palestina nella West Bank. Noi -- i padroni di caso ed io -- eravano inchiodati agli schermi televisivi (sopratutto Al Jazeera). Quando queste immagini sono apparse, io non potevo più guardarli negli occhi per la vergogna.

I media israeliani sono andati a nozze. Anzi, ancora di più, per la gioia. Hanno fornito il loro speciale contributo al disgustoso evento e furono pieni di attenzione per il governo. Come uno stormo di pappagalli ripeterono unanimemente la versione ufficiale.

Era un festival del lavaggio del cervello. Gli "assassini di Ze'evi" sono stati catturati! Era nostro dovere nazionale! Non potevamo rimandare il momento di averli nelle nostre mani, vivi o morti!

Queste tre parole -- "assassini di Ze'evi" .. diventarono un mantra. Erano ripetute senza fine alla radio e alla televisione, e sulla carta stampata (tutta la carta stampata!) e nei discorsi dei politici (tutti!). E' così che stanno le cose: gli Israeliani vengono "assassinati", i Palestinesi "eliminati".

Ma perché, Santo Dio? Rehavam Ze'evi, a quel tempo ministro, predicava giorno e notte sul "trasferimento" -- l'eufemismo che sta per "scacciare i Palestinesi dalla Palestina". Al suo confronto, Jean-Marie le Pen in Francia e Joerg Heider in Austria sono sinistrorsi dal cuore d'oro. Il suo omicidio mirato non è diverso dall'omicidio mirato dello sceicco Ahmed Yassin e molti altri leader palestinesi, incluso Abu-Ali Mustafa, il capo del Fronte Popolare, a cui fu permesso da Israele di tornare dalla Siria ai Territori Palestinesi dopo Oslo.

Questa è parte della catena senza fine di violenza. L'esercito Israeliano ha ucciso Abu-Ali Mustafa. Gli succedette Ahmed Sa'adat, che, secondo il servizio di sicurezza israeliano, ordinò l'uccisione di Rehavam Ze'evi per vendetta, e la cui cattura fu lo scopo dell'azione a Gerico. E le cose andranno ancora avanti così.

Siamo chiari: io sono contro tutti gli omicidi. I loro e i nostri. L'omicidio di Abu-Ali Mustafa e l'omicidio di Rehavam Ze'evi. Ma chiunque versa il sangue di un leader palestinese non può lamentarsi del sangue di un leader israeliano.

C'è un altro aspetto della faccenda, che non è meno disgustoso: l'attitudine verso il rispetto degli accordi.

Sa'adat e i suoi colleghi erano detenuti a Gerico in base ad un accordo firmato da Israele. Secondo gli accordi, essi lasciarono la Mukata'a di Ramallah, durante l'assedio a Yasser Arafat, ed entrarono nel carcere palestinese di Gerico. Stati Uniti e Gran Bretagna garantirono la loro immunità ed intrapresero il monitoraggio della loro detenzione.

Quanto accaduto ora a Gerico è una sfacciata violazione dell'accordo. I miserabili pretesti inventati a Gerusalemme, Londra e Washington sono un insulto all'intelligenza di un bambino di 10 anni.

I governi israeliani spesso considerano la violazione di una accordo come un atto patriottico che serve i nostri scopi. Gli accordi sono vincolanti solo per quelli dall'altra parte. Questa non è solo una forma di moralità primitiva, ma danneggia anche i nostri interessi nazionali. Chi firmerà un accordo con noi, sapendo che questo rappresenterà un obbligo solo per lui? Come può Israele chiedere in maniera convincente che i leader di Hamas "accettino tutti gli accordi" firmati dalla Autorità Palestinese?

Molti Israeliani credono che l'azione di Gerico è stata una brillante esercitazione. Io l'ho trovata ripugnante.