TRENT'ANNI ALL' INDICE KÜNG: SU DI ME IL FULMINE DEL PAPA

ANDREA TARQUINI

Repubblica 16 dicembre 2009  

BERLINO Sono passati trent' anni, ma il professor Hans Küng ricorda ancora quel 18 dicembre 1979 in cui la punizione impostagli dal Vaticano lo colpì come un fulmine, segnò la sua vitae il clima nel mondo cattolico. Lui, considerato allora e oggi forse il più autorevole teologo cattolico critico, fu interdetto dall' insegnamento negli istituti superiori legati alla Chiesa. Trent' anni dopo, ascoltiamolo confessare le emozioni e i ricordi di allora, e riflettere sulle sfide attuali per il cattolicesimo. Professore, quali ricordi di quel giorno le sono rimasti più a fondo nella mente, e a che riflessioni la portano? «La revoca della facoltà d' insegnamento ecclesiale, quel 18 dicembre 1979, per me fu una totale sorpresa. Un attacco-lampo da parte di persone al massimo livello nella Congregazione della fede romana e della Conferenza episcopale tedesca. Anche oggi, trent' anni dopo, resta valido quanto dissi già allora: questa azione da Inquisizione era teologicamente infondata, giuridicamente impugnabile e politicamente controproducente. Quel che venne poi per me, furono i tre mesi più amari della mia vita. Fu un peso estremo, spirituale quanto fisico. Il pericolo che si presentò allora e che io affrontai fu di essere completamente emarginato, nella Chiesa come nel mondo universitario, e ridotto alla morte civile del silenzio». Non ci furono spazi o speranze di dialogo e compromesso con la Santa Sede allora, trent' anni fa? «Mi accingo a raccontare tutto al pubblico. Sta per uscire, anche in Italia, il secondo volume delle mie memorie, Verità disputata. Narrerò al pubblico quali trame furono tessute allora, e quali persone vi furono coinvolte come parte attiva. Allora, trent' anni fa, non si giocava sul terreno di una possibilità di dialogo serio su una questione così discussa e sofferta nella Chiesa cattolica quale è la questione dell' infallibilità papale. No, la situazione cui mi trovai di fronte fu la richiesta di una sottomissione e resa incondizionata al Diktat da Roma». Fu uno choc. Come ce la fece ad andare avanti? «Ce l' ho fatta a sopravvivere grazie a un vasto appoggio, nel mio circolo di amici e accademico, e a livello mondiale. La solidarietà con me fu straordinaria, quasi soverchiante. Mi disse che non avrei dovuto arrendermi, in nessun caso. Da parte mio ero convinto che le mie posizioni trovavano conferma nel Vangelo. All' università di Tubinga, la mia posizione fu relativamente tranquilla, garantita. Affrontai intensi negoziati, dopo quattro mesi riuscii a ottenere un compromesso. Sarei restato professore di Teologia ecumenica con ogni diritto, e il mio Istituto per la ricerca ecumenica fu sganciato dalla facoltà cattolica di Teologia e posto alle dirette dipendenze del Senat, il collegio di direzione accademica dell' ateneo. Non è una scusa o discolpa postuma per gli Inquisitori, ma oggi posso dire una cosa importante». Quale? «Che la revoca papale della mia facoltà di docente, paradossalmente, mi ha dato, nel sistema universitario tedesco, una libertà unica di condurre ricerca e insegnare. Ciò mi ha permesso di portare avanti con energia il dialogo tra le religioni, e anche di varare il progetto Weltethos, la mia fondazione per l' etica mondiale». Con Benedetto XVI lei ebbe un incontro, ci furono speranze di riconciliazione. Sono poi tramontate, e perché? «Joseph Ratzinger, oggi Papa Benedetto XVI, fu mio collega come Peritus del Concilio Vaticano secondo, poi come professore alla facoltà di Teologia cattolica dell' università di Tubinga. Gli sarò sempre grato per la sua scelta, dopo un periodo di totale estraniazione tra noi due, di concedermi dopo la sua elezionea Papa un colloquio di ben quattro ore a Castel Gandolfo. Quel colloquio si svolse in uno spirito amichevole, e davvero risvegliò in me la speranza che egli fosse pronto ad azioni sagge e coraggiose. Concordammo, anche con un comunicato ufficiale vaticano, un' intesa su un rapporto costruttivo tra religione e scienze naturali, sul dialogo interreligioso, e sulla necessità di principi etici comuni, come nella Fondazione per l' etica mondiale. Ma purtroppo adesso Papa Benedetto sembra aver scelto una linea di restaurazione. Le sue infelici affermazioni sulla chiesa evangelica, sull' ebraismo e sull' Islam, lo indicano chiaramente». Cioè tornano tempi di pericolo? «C' è anche il pericolo che la Chiesa cattolica diventi luogo di raccolta di correnti arciconservatrici. Lo vediamo con la decisione di riaccogliere nella Chiesa i vescovi tradizionalisti, consacrati illegalmente, e schierati contro il Concilio Vaticano secondo. Ma anche con l' offerta agli anglicani conservatori di tornare nel Castello della Chiesa cattolica. Eppure non ho abbandonato la mia speranza che Papa Benedetto, anche in Vaticano, prenda atto dell' emergenza della cura pastorale cattolica delle anime, e si decida a necessarie riforme, per aiutare le migliaia di parrocchie in tutto il mondo che non hanno più un parroco. Ma anche molte altre emergenze nella Chiesa impongono una urgente risposta positiva del Papa». Obbligo del celibato, dogmi, crisi delle vocazioni... secondo lei la Chiesa come può restare viva nel mondo d' oggi? «La Chiesa cattolica si richiama a Gesù Cristo come origine e fondamento. È da differenziare rispetto al Sistema romano, che è nato e si è consolidato solo dall' undicesimo secolo. Solo dalla riforma gregoriana vigono nella Chiesa cattolica un centralismo romano imposto, un estremo clericalismo e un obbligo del celibato per tutto il clero. Non a caso venne nella stessa epoca lo scisma d' Oriente. Le sorti delle riforme della Chiesa d' Occidente e della riconciliazione con la Chiesa d' Oriente dipendono da una correzione di questo medievale Sistema romano». Cosa vuol dire oggi, secondo lei, essere cristiano, e cattolico? «La misura del nostro essere cristiani non può essere il diritto ecclesiastico medievale, bensì deve esserlo il Vangelo stesso, secondo le Scritture del Nuovo testamento. Che cosa significhi essere cristiani, lo scrissi già 35 anni fa, e non ho cambiato idea: "Seguendo Gesù Cristo/l' uomo nel mondo oggi può/vivere, agire, soffriree morire in modo veramente umano:/nella felicità e nella sventura, nella vita e nella morte/sorretto da Dio e fecondo di aiuto per gli altri».