La Chiesa cattolica tedesca indebolita dalla rivelazione di abusi sessuali

di Cécile Calla

in “Le Monde” del 10 febbraio 2010 (traduzione: www.finesettimana.org)

L’immagine è volontariamente provocatoria: un prete tiene nella mano destra una Bibbia e introduce la mano sinistra nella tonaca all’altezza del sesso. Con questa “prima pagina”, la rivista Der Spiegel tenta di suscitare un dibattito sullo scandalo che scuote la Chiesa cattolica tedesca.  Tutto è cominciato alla fine del gennaio 2009 dopo la rivelazione di una serie di abusi sessuali nel prestigioso collegio berlinese Canisius, tenuto da gesuiti. In una lettera inviata a 600 ex allievi, il direttore, Padre Klaus Merte, ha ammesso aggressioni “sistematiche e per anni” in quell’istituto che ha formato molti membri dell’élite economica e politica del paese.  Tre preti sono sospettati di aver abusato di almeno 30 minorenni tra il 1975 e il 1983. Quel che è peggio, è che quando le vittime hanno tentato di avvertire la direzione del collegio su queste pratiche, si sono “scontrate con persone che hanno guardato altrove”. Da quel momento, le testimonianze delle vittime affluiscono, rompendo la legge del silenzio che prevale in questo genere di scandali.

Vittime ignorate

Altri casi di abusi che coinvolgono questi tre gesuiti sono stati segnalati la settimana scorsa nella diocesi di Hildesheim, in una scuola di Amburgo, e in una scuola della Foresta Nera. Nel frattempo, uno dei tre sospettati, Wolfgang S., si è rivolto al quotidiano berlinese Die Tageszeitung. Ammette di aver maltrattato dei giovani, ma nega qualsiasi abuso sessuale. E inoltre smentisce di essere omosessuale o pedofilo.

Il capo dell’ordine dei gesuiti tedeschi, Stefan Dartmann, ha promesso di fare piena luce su queste faccende. Il presidente della Conferenza episcopale, vescovo di Friburgo, Robert Zollitsch, ha deciso di mettere quello scandalo all’ordine del giorno della riunione annuale dei vescovi, che inizia il 22 febbraio. Le rivelazioni rischiano di accentuare la disaffezione di cui la Chiesa cattolica soffre da molti anni, accentuata nel 2009 dalle polemiche legate alle decisioni di papa Benedetto XVI.

Non è escluso che altri casi vengano alla luce. Der Spiegel afferma che, dal 1995, almeno 94 religiosi e laici sono stati sospettati di abusi sessuali. Tale scandalo mostra che la gerarchia cattolica “protegge sistematicamente i colpevoli e ignora le vittime”, denuncia la rivista. Così, i sospettati del collegio Canisius hanno potuto proseguire i loro comportamenti in altre istituzioni, dato che la loro gerarchia si è limitata a trasferirli dopo che le erano pervenute delle lamentele. Ma la maggior parte dei fatti, essendo svelati dopo diversi decenni, o sono prescritti o raramente portano ad una condanna. Nella diocesi di Rottenburg-Stuttgart, in cui dal 1995 sono stati segnalati 23 casi di abusi sessuali, le condanne pronunciate sono state solo cinque.

Ormai, molte voci si levano in Germania per reclamare un vero dibattito sulla morale sessuale in seno alla Chiesa cattolica. “Temi come la masturbazione, l’omosessualità o i rapporti sessuali prematrimoniali non devono più essere argomenti tabù”, esige il movimento laico Wir sind Kirche (Noi siamo Chiesa). Ma è improbabile che il clero si lanci in una simile discussione. “Il celibato non produce autori di abusi”, ha ribattuto padre Hans Langendörfer, segretario generale della conferenza episcopale.

Lunedì 8 febbraio Benedetto XVI ha deplorato che “i diritti dei bambini siano stati violati in diverse occasioni” proprio all’interno della Chiesa. Il 15 riceverà i vescovi dell’Irlanda, dove in questi ultimi mesi sono stati rivelati scandali di pedofilia di grande ampiezza