TUTTI I “FRUTTI” DELL’OCCUPAZIONE. PAX CHRISTI LANCIA IL BOICOTTAGGIO DEI PRODOTTI ISRAELIANI


da ADISTA n° 48 del 12.6.2010

 

35633. ROMA-ADISTA. Pax Christi sostiene il boicotaggio dei prodotti israeliani, “frutti dell’ingiustizia” dell’occupazione. La campagna è stata lanciata lo scorso 27 maggio dallo staff di “Ponti e non muri” – pochi giorni prima, quindi, dell’aggressione alla nave dei pacifisti (v. notizia precedente) –, prendendo direttamente le mosse da quanto sostenuto nel documento Kairos Palestina, redatto da teologi, laici e religiosi cristiani di Terra Santa e sottoscritto dai capi di tutte le Chiese cristiane (v. Adista nn. 6 e 36/10): “La nostra scelta come cristiani di fronte all’occupazione israeliana è di resistere. La resistenza è un diritto e un dovere per il cristiano. Ma è resistenza con amore”, quindi con la “disobbedienza civile”, si leggeva in Kairos Palestina. “Le organizzazioni civili palestinesi, come le organizzazioni internazionali, le ong e alcune istituzioni religiose, si appellano affinché gli individui, le aziende e gli Stati si impegnino nel disinvestimento e nel boicottaggio di tutto ciò che viene prodotto dall’occupazione”. Lo scopo del boicottaggio, sosteneva ancora Kairos Palestina, “non è la vendetta ma la fine del male esistente, la liberazione sia degli oppressori che delle vittime dell’ingiustizia”.

Ed è proprio riprendendo queste “lucide e lungimiranti parole” che la campagna “Ponti e non muri” promossa da Pax Christi Italia “sostiene il boicottaggio dei prodotti provenienti dalle colonie illegali nei Territori palestinesi occupati. In particolare “Carmel e Agrexco, società israeliane che esportano prodotti provenienti dalle colonie, spacciandoli come prodotti coltivati in Israele”. Ricordando “il Sudafrica dell’apartheid – dice Pax Christi –, riteniamo sia un dovere, prima ancora che un diritto civile, boicottare i prodotti derivanti dal frutto di un’ingiustizia. Sosteniamo e appoggiamo lo sforzo di quanti vorranno attuare il boicottaggio, certi che il loro gesto nonviolento e legittimo andrà a sostegno di quanto affermato dalle risoluzioni dell’Onu”.

“Le colonie israeliane nei Territori palestinesi occupati sono illegali”, si legge nel documento della campagna “Ponti e non muri”. “La terra su cui sono edificate e su cui si espandono le coltivazioni e le serre gestite dai coloni stessi appartengono, secondo il diritto internazionale che la comunità tutta è tenuta a rispettare e a difendere, alla popolazione palestinese. Accettando di commercializzare o di acquistare un prodotto proveniente da quelle stesse terre, marchiato come israeliano, asseconderemmo e sosterremmo in modo colpevolmente complice l’occupazione israeliana e la sua politica coloniale. La nostra azione è rivolta contro la politica di occupazione, di discriminazione e di oltraggioso disprezzo del diritto internazionale a discapito dei diritti del popolo palestinese condotta dal governo di Israele. I cristiani palestinesi, sostenendo questa forma di boicottaggio, ci ricordano che solo perseguendo un avvenire basato sul ripristino della giustizia e dei diritti uguali per tutti ci potrà essere una vera pace in Terra Santa”.

Conclude Pax Christi: “Con la consapevolezza liberante che questa strada è percorsa, proprio oggi, proprio lì, congiuntamente da israeliani, palestinesi e internazionali, diciamo con forza a quanti vorranno unirsi a questo gesto di nonviolenza creativa, di non temere e di resistere ‘in piedi’, per amore di una giustizia che tenga conto dei diritti di tutti”. (l. k.)