Testamento biologico e unioni omosessuali accolti dai valdesi

di Federica Tourn

“il manifesto” del 28 agosto 2010

Di fronte alla necessità di dire una parola chiara sulla controversa questione del riconoscimento dell'unione fra omosessuali, il Sinodo delle chiese valdesi e metodiste, che si è concluso ieri a Torre Pellice, ha detto sì alla benedizione di coppie dello stesso sesso, «laddove la chiesa locale abbia raggiunto un consenso maturo e rispettoso delle diverse posizioni», clausola che rende conto della pluralità di posizioni interne alla comunità e della necessità di continuare un confronto fra le chiese e le stesse coppie omoaffettive. La direzione tracciata e però netta e se da un lato conferma una pratica di accoglienza di gay e lesbiche che dura da ormai trent'anni, dall'altro si inserisce nel solco di decisioni simili

 prese dalle chiese protestanti europee e dalla chiesa luterana in Italia. Il fatto che i protestanti italiani non si siano tirati indietro di fronte a una questione tanto importante nasce dalla domanda concreta di uomini e donne credenti che chiedono alle chiese una condivisione e un sostegno al loro progetto di vita, in un paese che non riconosce loro diritti civili.

 «In questo senso - ha detto Giuseppe Platone, pastore della chiesa valdese di Milano, che ha ricevuto di recente una richiesta di benedizione da parte di una coppia di gay - la posizione presa dal Sinodo non solo ribadisce una netta condanna dell'omofobia, nuovamente in crescita, ma può servire anche come segnale per il governo italiano in una situazione di vuoto legislativo». Il ruolo di precursori, rispetto a una latitanza dello Stato, valdesi e metodisti se lo sono assunti anche riguardo al cosiddetto «testamento biologico», aprendo in diverse città italiane una serie di sportelli a cui rivolgersi per depositare le proprie «direttive di fine vita». Si tratta chiaramente di un'iniziativa simbolica, condotta insieme a diverse associazioni laiche, ma che ha già ricevuto diverse adesioni e che prescinde dall'orientamento religioso, scegliendo di mettere in primo piano la domanda dei cittadini sulla dignità della vita e della morte. Sempre in campo bioetico il Sinodo è approdato a una decisione storica, con l'approvazione di un documento sulle cellule staminali che dà il via libera alla ricerca scientifica, ammettendo la possibilità di utilizzare gli embrioni 'sovrannumerari', altrimenti destinati alla distruzione.

A questa conclusione è arrivata dopo un attento studio una Commissione formata da teologi, giuristi, medici e scienziati, nella convinzione - come ha sottolineato Erika Tomassone, pastora valdese e membro della Commissione - che «secondo l'etica protestante le questioni attinenti alla vita di un essere umano non sono mai soltanto di natura biologica ma devono sempre tenere conto della biografia del soggetto e della sua capacità di scelta libera e responsabile». I protestanti non hanno abbassato la guardia nemmeno sulle questioni relative alla laicità e al pluralismo, denunciando l'assenza di una legge organica a tutela della libertà religiosa e la mancata approvazione delle «Intese» rimaste in sospeso. Un ordine del giorno sull'opportunità della presenza del crocefisso nelle aule scolastiche è stata l'occasione per contestare la decisione del governo italiano di non conformarsi alla sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo dello scorso novembre. Il crocefisso, è stato detto, non deve essere usato in modo strumentale e non può essere considerato «simbolo della civiltà e della cultura italiane».