Irlanda-Vaticano alle strette

 

di Luca Kocci

 

 il manifesto” del 26 luglio 2011

 

Tensione alle stelle fra Vaticano e Irlanda sulla questione degli abusi e delle violenze sessuali commesse dai preti cattolici ai danni di diversi minori negli anni passati: qualche giorno fa il duro atto di accusa del governo di Dublino contro la Santa sede, ieri la decisione della Segreteria di Stato vaticana di «richiamare per consultazioni» il nunzio apostolico in Irlanda, monsignor Giuseppe Leanza. Una scelta quasi senza precedenti quella di far rientrare a Roma «l'ambasciatore» vaticano, che indica la gravità della situazione ma anche il livello dello scontro con Dublino, come ammette il vicedirettore della sala stampa della Santa sede, padre Ciro Benedettini: «Il richiamo del nunzio, essendo una misura cui raramente la Santa sede fa ricorso, denota la serietà della situazione, la volontà della Santa sede di affrontarla con obiettività e determinazione, nonché una certa nota di sorpresa e rammarico per alcune reazioni eccessive» da parte delle autorità irlandesi. Non è detto, insomma, che da parte vaticana si accettino i rilievi di Dublino senza fiatare, potrebbe anzi prepararsi una replica altrettanto dura, pur «nella linea di una volontà della Santa sede finalizzata ad una seria e fattiva collaborazione». La questione è esplosa lo scorso 13 luglio quando è stato reso pubblico il Cloyne Report , il Rapporto della commissione d'inchiesta del governo irlandese sulle accuse di abusi di minori da parte del clero della diocesi di Cloyne, nella contea di Cork. 19 casi avvenuti fra il 1996 e il 2008, a carico di diversi sacerdoti responsabili delle violenze e in particolare di monsignor John Magee, segretario privato di tre papi (Paolo VI, Giovanni Paolo I e per un breve periodo di Giovanni Paolo II) e vescovo della diocesi dal 1987 al 2009, quando si dimise in seguito alla pubblicazione di un'indagine di un organismo ecclesiale irlandese, che lo incolpava di non aver contrastato alcuni casi di pedofilia del suo clero. Magee - forse riparato negli Usa -, per il Cloyne Report , ha fatto di tutto per insabbiare lo scandalo e non ha mai denunciato alle autorità civili i preti pedofili, ignorando persino le linee guida della Chiesa - pur assai morbide - sui casi di abuso. Ma ad infiammare i rapporti fra Vaticano e Dublino - fino ad annullare la visita del papa in Irlanda non ancora annunciata ma prevista per il 2012, rivela l'agenzia Adista , e a richiamare a Roma il nunzio, di cui diversi parlamentari e una campagna su Facebook con circa 6mila adesioni chiedevano peraltro l'espulsione - sono state le dure dichiarazioni del premier irlandese, Enda Kenny, che commentando il Cloyne Report durante in parlamento ha accusato la Santa sede di aver tentato «di bloccare un'inchiesta in uno Stato sovrano» e di nascondere quanto emerso: «Lo stupro e la tortura di bambini - ha detto il premier - sono stati minimizzati per sostenere, invece, il primato delle istituzioni». E soprattutto il Vaticano è preoccupato per un progetto di legge, in fase di studio ma forse pronto in autunno: l'obbligo per tutti i sacerdoti di riferire alle autorità giudiziarie notizie di abusi su minori, anche se apprese in confessione, quindi sotto la tutela del segreto.