Maroni e gli sgomberi Chi ha ragione sui rom?

di Gian Antonio Stella

“Corriere della Sera” del 23 febbraio 2011

Troppo facile asciugarsi una lacrima quando muoiono bruciati quattro fratellini e il Papa si interroga se una «società più solidale e fraterna, più coerente nell' amore, cioè più cristiana, non avrebbe potuto evitare tale tragico fatto». Troppo facile. L' altra sera, alla trasmissione «Chetempochefa», denunciano alcuni docenti universitari italiani e francesi che si occupano di rom, «Roberto Maroni ha affermato di aver firmato il piano sviluppato dal Comune di Milano secondo il quale "lo sgombero c' è quando c' è una soluzione alternativa". Egli si è detto "garante della buona attuazione di questo piano"». Falso, accusano in una lettera aperta Tommaso Vitale, Laura Boschetti, Raffaele Mantegazza, Chiara Manzoni, Oana Marcu, Greta Persico, Andrea Rampini e Alice Sophie Sarcinelli: «Al contrario, nella maggior parte dei casi gli sgomberi, che sono ciclici e reiterati, avvengono in assenza di alternative abitative e senza il rispetto dei diritti fondamentali. Esemplari sono i ripetuti sgomberi delle famiglie che ruotano attorno al quartiere Feltre/Lambrate. Il primo, in data 19/11/2009, prevedeva di separare gli uomini da donne e bambini e le madri dai figli maggiori di 7 anni. Le famiglie sono state ospitate in una chiesa per una notte per poi tornare in strada, sotto la pioggia, mentre alcuni bambini e anche alcune famiglie sono stati ospitati per qualche giorno da maestre e cittadini del quartiere». Lo stesso campo con le stesse famiglie, accusano, «è stato sgomberato a inizio settembre 2010, a pochi giorni dall' inizio delle scuole, che la maggior parte dei minori che vi abitavano frequentano. Dopo molte negoziazioni, alle famiglie rom è stata proposta una soluzione temporanea, che tuttavia prevedeva di separare gli uomini da donne e bambini. Solo una percentuale inferiore al 20% delle madri che avevano fatto esplicitamente richiesta scritta è stata ospitata per un breve periodo in alcune strutture pubbliche o convenzionate di accoglienza. Queste famiglie hanno passato gli ultimi due inverni a subire sgomberi, vivendo in strada: alcuni bambini hanno subito 20 sgomberi in un anno». In definitiva: «Nella stragrande maggioranza dei 170 sgomberi effettuati nel corso del 2010 nessuna alternativa è stata offerta». Mentono questi docenti o mente il ministro? Nel settembre 2008 alla festa del Carroccio a Venezia Giancarlo Gentilini barrì al microfono: «Voglio la rivoluzione nei confronti dei nomadi, dei zingariiii. Ho distrutto due campi di nomadi e di zingari a Treviso. Non ci sono più zingari, a Treviso! Voglio eliminare i bambini dei zingari che vanno a rubare agli anzianiii!». E tanti si affannarono a dire che no, non intendeva dire «eliminare» nel senso di Joseph Mengele. E che la stessa «anagrafe» proposta da Maroni era tesa a strappare quei bambini al degrado per aiutarli a integrarsi nella società... Domanda: se la guerra ai campi nomadi abusivi è motivata non da rigurgiti razzisti ma da questa volontà dichiarata, che prospettiva possono avere bimbi sgomberati venti volte in un anno?