RATING SOVRANO
Di Marco d'Eramo
Il manifesto del 14.1.2012
L'Europa è in 
balia del rating. E a ogni minimo sussurro di un'agenzia, l'euro compie un passo 
in più verso l'abisso. Lo si è visto ieri quando Standard & Poors' (S & P') ha 
annunciato di aver degradato la Francia (e l'Austria) dalla tripla A (AAA) ad 
AA+: retrocessione anche per Italia, Spagna e Portogallo. I francesi, colpiti al 
cuore nella loro grandeur, non l'hanno presa bene. Per il consigliere di 
Nicholas Sarkozy, Alain Minc, queste agenzie «non sono più nemmeno 'pompieri 
piromani', sono peggio». L'annuncio ha mandato a picco le borse. Non solo: ha 
innescato una mina micidiale sotto la valuta europea: tutte le speranze di 
salvataggio erano riposte nel duumvirato franco-tedesco, ma ora la Francia è 
indebolita, il club dei paesi «virtuosi» si restringe e il «fondo salvastati» 
non può più rastrellare fondi a basso tasso d'interesse. (E intanto le 
trattative con la Grecia venivano sospese.)
È l'ultima, ridondante riprova dello strapotere di queste agenzie private 
possedute dai più potenti capitalisti Usa: Moody's è controllata da Warren 
Buffett attraverso il suo fondo Berkshire Hathaway, S & P' dalla famiglia 
Lovelace attraverso il fondo Capital World Investors di Los Angeles; e questi 
fondi speculano sulle stesse valute su cui le agenzie di rating da loro 
possedute esprimono i propri giudizi: è poco giudicarlo un «conflitto 
d'interessi».
Queste agenzie agiscono come monarchi assoluti: il loro verdetto è 
insindacabile; decidono a proprio piacimento quando e come emettere i loro 
«oracoli» che sono vere e proprie lettres de cachet senza possibilità di 
appello; e lo loro profezie hanno il magico potere di autorealizzarsi, visto che 
spingono sulla china del declino economico quei paesi che diagnosticano in 
discesa.
Sono monarchi assoluti perché delle costituzioni dei vari paesi fanno carta 
igienica, perché ogni loro verdetto abroga un aspetto dopo l'altro della 
democrazia.
Ma i monarchi sono assoluti perché i loro sudditi non si ribellano. E il potere 
delle agenzie di rating è dovuto per buona parte all'imbelle, velleitaria 
gestione franco-tedesca di questa crisi ormai da quasi due anni.
L'Europa avrebbe potuto evitare questo avvilente spettacolo se si fosse vista 
almeno una parvenza di democrazia europea. Ma invece costituzioni sono state 
revocate, democrazie sospese e il potere affidato direttamente a banchieri o a 
tecnici consulenti di banchieri.
Ribadiamo: senza una politica economica comune l'euro non è sostenibile. Ma una 
politica comune non è neanche pensabile senza una struttura di governo comune 
democraticamente eletta (altrimenti avremmo una tirannia europea). Solo una 
struttura simile sarebbe in grado di ridurre a più miti consigli l'arroganza 
delle agenzie di rating, di cui ormai ci si può cominciare a chiedere a che 
gioco stanno giocando e chi inziga chi (e quale ruolo ambiguo ha il Tesoro degli 
Stati uniti). Lo sappiamo che è una speranza quasi vana, ma altro non ci resta.
P.S. Va detto che nomen omen: l'agenzia fissa arbitrariamente lo Standard e a 
noi ci lascia Poors'.