IL “MINISTRO DI SANT’EGIDIO” ANNUNCIA IL RIFINANZIAMENTO
 

DELLE MISSIONI MILITARI. SENZA IMBARAZZO

 

di Luca Kocci

 

ADISTA N° 1 del

 

36473. ROMA-ADISTA. Probabilmente l’ammiraglio-ministro della Difesa Giampaolo Di Paola (già Capo di Stato Maggiore della Difesa e presidente del Comitato militare della Nato) sarebbe stato il “portavoce” più opportuno. Invece è toccato al ministro per la Cooperazione internazionale e l’Integrazione Andrea Riccardi dare l’annuncio, al termine della riunione del Consiglio dei Ministri dello scorso 23 dicembre, dell’approvazione del decreto “Milleproproghe” – ribattezzato “Poche proroghe” – che contiene, fra le altre cose, il rifinanziamento delle missioni militari all’estero.

È andato deluso, quindi, l’appello delle organizzazioni non governative italiane impegnate nella solidarietà internazionale che denunciavano con forza i continui tagli alla cooperazione allo sviluppo da un lato e l’intangibilità degli stanziamenti per le armi e per le missioni militari dall’altro. Il “loro” ministro ha confermato tutto: nessuna riduzione, le missioni all’estero delle Forze armate non si toccano.

Un annuncio senza imbarazzo, nonostante il curriculum e la storia del ministro fondatore e principale animatore della Comunità di sant’Egidio. La biografia ufficiale dice che «ha avuto un ruolo di mediazione in diversi conflitti e ha contribuito al raggiungimento della pace in alcuni Paesi, tra cui il Mozambico, il Guatemala, la Costa d’Avorio». Inoltre nel 2004 è stato insignito, dalla Fondazione internazionale Balzan, del Premio Balzan per l’umanità, la pace e la fratellanza fra i popoli, «per l’impegno nel rilanciare nel mondo la convivenza pacifica tra gruppi di etnia diversa e nel promuovere, indipendentemente dal credo religioso, l’azione umanitaria, di pace e di fratellanza fra i popoli». Nel 2009 del Premio Carlo Magno, che viene attribuito a persone e istituzioni che si sono particolarmente distinte nella promozione di un’Europa unita e nella diffusione di una cultura di pace e di dialogo. E lo scorso 15 novembre, il giorno precedente la nomina ministeriale, ha ricevuto la laurea honoris causa dall’Università di Friburgo per il suo impegno per «il dialogo interreligioso e la pace nell’era della globalizzazione».

Con la Comunità di Sant’Egidio, però, le cose si complicano. Ogni anno organizza, il 1° gennaio, marce della pace in tutta Italia (quest’anno a Milano, Genova, Firenze, Terni, Napoli e Roma, con conclusione a piazza san Pietro per ascoltare il messaggio del papa per la Giornata Mondiale della Pace), ma Finmeccanica, la prima industria armiera italiana,in queste settimane anche al centro di episodi di corruzione che hanno coinvolto i suoi massimi vertici, è da sempre uno dei principali sponsor del progetto “Dream” (Drug resource enhancement against aids and malnutrition), un programma di prevenzione e cura dell’Aids in Africa, avviato da Sant’Egidio nel 2002 e oggi attivo in Mozambico, Malawi, Tanzania, Kenya, Repubblica di Guinea, Guinea Bissau, Nigeria, Angola, Repubblica Democratica del Congo e Camerun. In Africa quindi – dove è finita la metà degli armamenti italiani esportati nel 2010 (v. Adista n. 32/11) – Finmeccanica vende armi; poi, anche tramite Sant’Egidio, si rifà il trucco finanziando progetti sanitari in quegli stessi territori e può scrivere con orgoglio sul suo sito internet: «La solidarietà non ha confini. Non geografici, né politici, né religiosi».

Ma non c’è solo Finmeccanica fra gli sponsor del movimento di Andrea Riccardi: finanziano le attività di Sant’Egidio Unicredit, Intesa-San Paolo e Monte dei Paschi di Siena, tutte nella lista delle “banche armate”, ovvero gli istituti di credito che sostengono l’export di armi italiane e i programmi internazionali di riarmo, come i 131 cacciabombardieri F-35, per cui il nostro Paese spenderà almeno 15 miliardi di euro nei prossimi 15 anni (v. Adista n. 41/11); sempre il programma Dream è sponsorizzato da Farmindustria (la federazione delle aziende farmaceutiche italiane associate a Confindustria) e dalle multinazionali farmaceutiche Glaxo, Boehringer e Merck, tutte aderenti al cartello di 39 società che, anni fa, avviò una causa contro l’allora presidente del Sudafrica Nelson Mandela che aveva concesso alle aziende locali di produrre farmaci anti-Aids a basso costo, aggirando così lo strapotere delle multinazionali che commercializzavano le medicine ad altissimo prezzo. In passato, inoltre, la Fondazione per la pace di Sant’Egidio è stata finanziata dalla Nestlé, quando la multinazionale era sottoposta ad un boicottaggio internazionale per violazione del codice internazionale di commercializzazione del latte in polvere (v. Adista n. 21/07). Armi e solidarietà. Anzi solidarietà anche con i soldi delle armi.