Papa Francesco il giustizialista”

 

di Marco Politi

 

il Fatto Quotidiano” del 12 luglio 2013

 

Papa Francesco prosegue la sua rivoluzione. Con un decreto speciale (Motu proprio) il pontefice ha aggiornato il codice penale e le norme amministrative dello Stato Vaticano, adeguandole tra l’altro a quanto stabilito dalle convenzioni internazionali di Ginevra contro i crimini di guerra, contro le discriminazioni razziali, contro la tortura, a protezione dei diritti del fanciullo. Chi ama il folclore noterà che viene abolito l’ergastolo, ridotto a 30-35 anni di carcere. Mentre sono state inasprite le pene per chi trafuga documenti e segreti di stato: il maggiordomo Paolo Gabriele rimarrebbe imprigionato fino a otto anni.

 

Ma la carne al fuoco delle innovazioni è tanta e va molto più in là ed è tale da gettare nello scoramento i chierici, che trafficano nei corridoi vaticani o all’esterno si fanno scudo di titoli prelatizi per affari opachi. Per non parlare dei responsabili di abusi sessuali. In materia il giro di vite è deciso. Vengono perseguiti traffico di minori e prostituzione, arruolamento e violenza sessuale,

atti sessuali con minori. È punita inoltre la pedopornografia e la detenzione di materiale pedopornografico. Tecnicamente Bergoglio prosegue la linea di maggior severità iniziata sotto Benedetto XVI. La differenza sta nel piglio con cui si muove. Ratzinger aveva capito che la pedofilia e l’uso illegale dei conti della banca vaticana andavano sradicati, ma non aveva il polso politico per andare sino in fondo. Per di più si era affiancato un Segretario di Stato, che preferiva sopire”. Bergoglio avanza giorno dopo giorno come una falciatrice. L’esorcista Amorth ha detto una volta che Emanuela Orlandi è morta implicata in un giro di orge organizzate da personale laico e clericale. Del destino di Emanuela non si sa. Ma i balletti allombra del Cupolone, con coristi e chierichetti sedotti o comprati, non sono un’invenzione. Da oggi certi monsignori dalla doppia vita devono stare in allarme. Francesco non perdonerà.

 

LO STESSO vale per corruzione e malversazione negli apparati vaticani, i fenomeni che monsignor Viganò da segretario generale del Governatorato vaticano aveva denunciato. Il decreto di papa Francesco dedica molta attenzione ai “delitti contro la pubblica amministrazione”. Le norme diventano più stringenti e specifiche – prevedendo anche la confisca o il blocco dei beni degli autori di reati – e colpiranno tutti coloro che sono pubblici ufficiali del Vaticano. A partire dai nunzi pontifici fino a quanti a vario titolo (persino gratuito) esercitano funzioni amministrative o giuridiche per la Santa Sede.

 

Esempio pratico: monsignor Scarano, il prelato implicato nel tentativo di trasportare clandestinamente 20 milioni di euro dalla Svizzera in Italia tramite lo Ior, non se la dovrà vedere soltanto con la giustizia italiana. Dovrà rendere conto anche di come ha usato o abusato del suo incarico dirigenziale in qualità di capo del servizio di analisi della contabilità dell’Amministrazione Patrimonio Sede Apostolica. Non basterà più sospenderlo semplicemente dalle sue mansioni.

 

E ce n’è anche per le persone giuridiche, nelle norme più severe stabilite dal Papa che entreranno in vigore il primo settembre. Le istituzioni vaticane dovranno pagare se si evidenzia che traggono profitto dalla commissione di reati”. Esempio concreto: la sanzione potrebbe scattare se emergesse che lo Ior o l’Apsa hanno profittato del riciclaggio di denaro su conti correnti aperti presso di loro, grazie a movimentazioni opache da loro autorizzate.

 

Un vento gelido ha iniziato a girare negli ambienti clericali più maneggioni, appena reso noto il Motu proprio. Non è un mistero che i gruppi più spaventati dalloperazione pulizia” di Bergoglio, e dalle sue inevitabili ricadute, comincino a dire che il Papa non dovrebbe spingersi troppo in là per non danneggiare la Chiesa” e che in fondo possono anche verificarsi “errori”, i cui responsabili vanno piuttosto “corretti fraternamente” senza sollevare troppo scandalo e senza svergognarli.

 

Sentiremo nei prossimi mesi crescere la massa dei samaritani che stanno dalla parte dei briganti.

Perché Bergoglio sta mandando in frantumi tutto il castello secolare, fondato sulla regola che è meglio tacere eventuali crimini e illegalità per non scandalizzare il gregge dei fedeli. In base a tale principio infinite volte il Vaticano ha sabotato la collaborazione con le autorità italiane. Non rispondendo a rogatorie dei magistrati oppure rispondendo tardi oppure fornendo dati incompleti.

 

IL NUOVO CORSO di Bergoglio prevede invece un potenziamento della cooperazione giudiziaria con gli altri stati. Un comunicato del portavoce papale Lombardi sottolinea che gli strumenti di collaborazione sono stati adeguati alle più recenti convenzioni internazionali”. Molto presto, ha anticipato Lombardi, arriveranno anche nuove norme per rispondere alle esigenze delle autorità finanziarie europee (Moneyval). Cioè per potenziare la trasparenza dello Ior e dare nuovi poteri all’ente di controllo istituito da Benedetto XVI e poi smosciato dal cardinal Bertone: l’Autorità di Informazione Finanziaria.

 

Le nuove norme andranno studiate nei dettagli. Per esempio, aderendo alle convenzioni contro il genocidio, il Vaticano non potrebbe più permettere che ecclesiastici coinvolti negli eccidi in Ruanda trovino rifugio compiacente in parrocchie extra-africane. Bergoglio sa di andare controcorrente. Ha commentato un saggio e arguto esponente dellebraismo italiano, Amos Luzzatto: “Quando ho sentito che diceva ‘Buona sera’ dopo lelezione, ho pensato: se lo mangeranno! Adesso credo che prenderà lui il sopravvento”.