La
dissuasione
della
«cristiana»
civiltà
europea
di Alessandro
Dal Lago
“il
manifesto”
del 27 aprile
2016
È
sicuro
ormai
che
l’Europa
è solo all’inizio
di un processo di
decomposizione
politica.
I segnali
si moltiplicano.
La
vittoria
dell’estrema
destra
in
Austria,
la
crisi
polacca,
il
regime
di
Orbán,
l’affermazione
dell’AdP
in Germania,
la
chiusura delle
frontiere,
il
referendum
sul Brexit.
Ma il voto
con cui
la
Camera
dei comuni
inglese ha rifiutato
di accogliere
i 3000 bambini
di Calais
è qualcosa
di
molto
più profondo e sinistro
di una crisi
politica
continentale.
È, come
hanno notato
i critici
della
decisione,
di qualcosa
di vergognoso.
Perché in
gioco, oltre
al destino
migliaia
di orfani,
c’è un confine
che le
cosiddette
democrazie
occidentali
non dovrebbero, almeno
ufficialmente,
varcare:
il
senso minimo
di umanità,
quello
che per gli
apologeti
distinguerebbe
la «civile»
Europa dagli
altri
mondi.
Oddio,
anche
sequestrare
beni ai
profughi,
come
fanno la Danimarca
e altri
stati
della
Ue, è vergognoso, proprio
come
lasciarli
alla
deriva a
Idomeni
e Lesbo, o dare
un po’di quattrini
a Erdogan perché
non ce ne
mandi
altri.
Ma i bambini
non dovrebbero essere sacri,
nell’Europa
cristiana,
cattolica,
anglicana
o luterana
che sia?
Con il
voto
alla
Camera
dei comuni,
la
risposta
è stata
semplicemente
«No!» D’altra
parte,
i leader
della
Afd
tedesca
non hanno forse dichiarato
che è
legittimo
sparare ai
profughi che
attraversano
illegalmente
i confini,
anche quando sono donne e bambini?
Certo,
i conservatori
inglesi
a parole
non arrivano
a tanto.
Ma il
risultato
non è molto
diverso.
Che fine
faranno i bambini
che il
socialista
Hollande
fa marcire
a Calais,
tra assalti
xenofobi e
manganellate?
Nessuno
lo sa e a
nessuno
interessa.
La
motivazione
del
voto
inglese
è sublime
nella
sua
ipocrisia
squisitamente
british.
Noi non
li accogliamo,
per dissuadere
altri
profughi dal
chiedere
asilo
in Inghilterra.
Con la
stessa scusa,
le navi
militari
inglesi
non soccorrono
più
la
carrette
del
mare
dei migranti
nel Mediterraneo.
Ora,
immaginiamo
dei bambini
che scampano
alla
morte
in
Siria
e poi
ai naufragi
nell’Egeo
o nel canale
di Sicilia.
Ebbene,
qualcuno pensa
che si faranno
dissuadere
dal passare
in
Europa,
e magari
dal raggiungere
dei parenti
in Inghilterra,
pensando al
voto
della
Camera
dei comuni?
Quando
la Svizzera
respinse i
profughi ebrei
che scappavano dalla
Germania
con la
motivazione
che «la
barca piena»,
si
macchiò
della
stessa vergogna,
ma
con meno
ipocrisia.
Noi
europei,
dopo la Shoah, non dovremmo
sorprenderci più
di nulla.
E nemmeno
pensare che, con
la sconfitta
del nazismo
e del fascismo,
siamo
al sicuro
dagli
stermini
di massa. Migranti
e profughi
muoiono
a
migliaia
per raggiungere
le
nostre
terre
benedette
dalla
ricchezza.
Dopo
un po’ di
lacrimucce
sui bambini
annegati
sulle
spiagge
greche e
turche,
ecco che prendiamo
a calci
quelli
che non sono annegati,
o semplicemente
ne ignoriamo
l’esistenza.
Noi
europei,
così civili
e democratici,
stiamo
gettando
le
premesse di
nuovi stermini,
magari
per omissione,
disattenzione
o idiozia.
Ma per le
vittime
non fa nessuna
differenza.