Porrò la mia legge nel loro animo, la scriverò sul loro cuore”

 

Il concetto di Vecchia e Nuova Alleanza nella Bibbia— un’Alleanza che Dio rinnova sempre


Don Franco Barbero


Dal corso biblico di Torino – testo e sbobinatura non rivista dall’autore

 

In “cdb informa” n° 49 marzo 2011

 

Io volevo partire da una considerazione semplice: nella storia del cristianesimo ufficiale c'è stato un concetto di base che ha costituito una convinzione permanente nei secoli, specialmente a partire dal secondo secolo e che ha autorizzato una visione di superiorità cristiana rispetto all'ebraismo. Questa visione è concentrata, come bene dice Zengher, che è un grandissimo studioso di Primo Testamento, nelle parole “Nuova Alleanza” ed induce a credere che il cristianesimo sarebbe, secondo la dottrina ufficiale, la “Nuova Alleanza”. Dire “Nuova”  significa il tramonto della “Prima Alleanza”, la sua liquidazione, il superamento; ma questo concetto ha dato vita ad una separazione: prima c'è l'“Antica Alleanza” e quando compare Gesù e la comunità è il tempo della “Nuova”. Quindi la seconda è quella che dichiara decaduta la prima. Se voi andate al catechismo della vostra infanzia vi accorgete che questa è la dottrina che ci hanno lasciato intendere: il Primo Testamento chiamato Antico Testamento era quello che preparava il Nuovo Testamento e si intendeva che il “nuovo” superasse il “vecchio”. Questo concetto è di una erroneità totale. Qual è il concetto che l'ebraismo ha sempre ereditato, specialmente da profeti come Geremia, Ezechiele, Isaia? “Io metterò nel vostro cuore una Nuova Alleanza, farò con voi una Nuova Alleanza”, ma questo è stato detto sei, sette secoli prima di Gesù! Dio fa una alleanza sempre nuova. Questo è il concetto ebraico. Siccome quando Dio fa un patto d’amore con noi, noi lo roviniamo, sciaguratamente, lo trascuriamo, Dio che cosa fa? Fa sempre Nuove Alleanze, rinnova il suo Patto. L’Alleanza di Dio è rinnovata con Geremia, Isaia, i profeti, è rinnovata in modo noetico, nel senso di Noè quando, con l'arcobaleno - ricordate la pagina di Genesi - Dio dice: “mi pento, non lo farò mai più”. Continuamente la storia d’Israele è garantita non dalla fedeltà del popolo o dei singoli, che spesso viene descritta come inesistente, ma dalla indefettibilità di Dio. Sono due cose molto diverse! Ad un popolo che spesso viene meno c’è, per fortuna, Dio che rinnova il suo Patto, che fa una Alleanza Nuova:non come quella che stipulai con i vostri pa dri, questa la scriverò sul vostro cuoreGeremia 31,34. Non esiste la possibilità di dire che c'è un'Alleanza “vecchia” che è antecedente a Gesù e un'Alleanza “nuova” con Gesù. Certo Gesù è il portatore di una Nuova Alleanza, ma nel senso biblico, che ribadisce che Dio rinnova sempre le sue promesse e la sua fedeltà. Dio sa che le nostre sono delle forze che decadono e continuamente mette in atto un rinnovamento del suo amore, ci preseta sempre una Nuova Alleanza; è un Dio che continuamente riprende ad amarci e lo fa in modi perennemente rinnovati. Ecco l'“Alleanza Nuova”. Dio non si stanca, ripropone, manda un profeta e poi un altro, cerca tutte le maniere per farci capire che non si è stancato del suo popolo, dell'umanità e rimette a nuovo ciò che noi abbiamo invecchiato e dichiarato tramontato. Geremia ci dice:" «Ecco verranno giorni - dice il Signore - nei quali con la casa di Israele e con la casa di Giuda io concluderò una alleanza nuova. Non come l'alleanza che ho conclusa con i loro padri, quando li presi per mano per farli uscire dal paese d'Egitto, una alleanza che essi hanno violato, benché io fossi loro Signore. Parola del Signore. Questa sarà l'alleanza che io concluderò con la casa di Israele dopo quei giorni, dice il Signore: Porrò la mia legge nel loro animo, la scriverò sul loro cuore. Allora io sarò il loro Dio ed essi il mio popolo. Non dovranno più istruirsi gli uni gli altri, dicendo: Riconoscete il Signore, perché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande, dice il Signore; poiché io perdonerò la loro iniquità e non mi ricorderò più del loro peccato».Ger 31:31 " Guardate che cose belle! In Esodo l’alleanza è stata stipulata mediante la scrittura “tonante e infuocata” sulla roccia. Questa alleanza il popolo l’ha violata; che cosa pensa Dio: “Come potrò fare in modo che l'Alleanza non sia violata?”. Lasciatemi dire che la Bibbia è un capolavoro pieno di fantasia nelle sue metafore!  Dio dice: “Adesso la scriverò nel loro cuore. Inciderla nel cuore la rende  difficile da dimenticare. Porrò la Nuova Alleanza nel lo- ro cuore, gliela scriverò dentro. Non come quella dei padri, questa la scriverò nel cuore di tutti e così tutti saranno ammaestrati; non ci sarà quasi più bisogno di insegnarla perché ciascuno la troverà dentro di sé”. E’ un Dio che si fa più intimo; sembra dire: “Non hai voluto guardare davanti a te ed ora te la metto nel profondo”. Nella liturgia cattolica c’era un canto che si chiamava Tantum ergo sacramentum che diceva: «Tantum ergo sacramentum / veneremur cernui / et antiquum documentum / novo cedat ritui.”  Tradotto letteralmente: “Un così grande sacramento veneriamo; dunque l'antica alleanza (l'antico testo dell’alleanza) ceda il passo al nuovo rito”. C'era questa teologia nella liturgia! Tutta la patristica, sia greca che occidentale è entrata in questa ottica: con il Cristianesimo è arrivato quello che ci basta, quello che c’era prima decade. Nella dinamica ebraica invece avete presente che cosa fa Dio con le tavole della legge? Sul monte Sinai consegna le tavole a Mosè. Bella questa immagine! E’ il primo tentativo, ma il popolo disdegna l'alleanza, le tavole vanno in frantumi, tutto si spezza. E Dio dice a Mosè: “Sali sul monte, te ne do delle altre”. Dio riprende l'iniziativa. Anziché separare l’Alleanza vecchia dall'Alleanza nuova, bisogna vedere come il Patto che Dio fa con l'umanità continua sempre. Poi certo ha dei “punti alti”, per noi Gesù, che ci ha testimoniato questa vicinanza di Dio. Sentite cosa scriveva un noto teologo ancora poco tempo fa: “l'antica alleanza, (sempre scritta in minuscolo) stipulata per mezzo di Mosé era una legge esteriore, scritta su tavole di pietra, da osservare per timore; la legge della Nuova, (maiuscolo nel testo) è scritta nei cuori dallo spirito, per cui è una legge interiore, proprio per tale motivo lo Spirito Santo è stato inviato nella festa di Pentecoste e ha scritto la legge di Cristo nel cuore dei discepoli, illuminandoli e accendendoli con il fuoco dell'amore e con il santo battesimo; la legge della Nuova Alleanza viene scritta nel cuore di ciascun simbolo cristiano”. Vedete qual è il vero grande problema! Questo equivoco ha seminato l'ideologia della superiorità e della esclusività. Più saggiamente nei primi secoli i cristiani, seppure con percezioni diverse al proprio interno, ripensarono questo e se non altro ebbero il coraggio di non eliminare le Scritture Ebraiche. Guai se ci mancasse il Primo Testamento! Tra le altre cose ci mancherebbe la vita quotidiana, con le sue difficoltà, le sue violenze, le sue scelte…;  invece è di questo che noi abbiamo  bisogno. Quello che ci manca è proprio il pregio della vita quotidiana, il vissuto delle persone. Il Primo Testamento, che è così “materiale”, ci parla delle cose che vanno e vengono, del quotidiano, della vita normale, ci dà però anche il senso della materialità e della contingenza dell'esistere, del bisogno e della capacità di misurarsi con il reale. Sovente il cristianesimo, quando è diventato una mistica, quando è subentrata l'ideologia del sublime, ha fatto dei voli pindarici perché si è trascurata la vita concreta. Bisogna sempre partire dalla vita delle persone, dalla concretezza: i bisogni, gli impulsi, le pas sioni, i sentimenti, la buona volontà delle relazioni, la speranza. E’ proprio questo che costituisce la vita e Dio sta dentro questo nostro cammino e ci indica un orizzonte di amore.

La grandezza dei due Testamenti è che li riceviamo co me la testimonianza biblica delle nostre fondamenta. Ma nessuna casa è fatta soltanto delle fondamenta! Tocca a noi scrivere il Vangelo della vita: questa è una nostra responsabilità! Nulla è scritto nella Bibbia che ci aiuti a risolvere le questioni, supponiamo, dell'aborto, quelle che riguardano le scelte relative alla bioetica, al testamento biologico. Problemi che non venivano posti in quelle culture! Sta a noi oggi affrontarli ma, voi mi direte, come facciamo? Ci sono due risposte molto diverse: c’è la risposta dogmatica, che va a prendere un versetto della Bibbia, non contestualizzandolo, non storicizzandolo, e dice: la vita è sacra…ecc. ecc. Questa è la risposta immobilista. C'è la risposta responsabile, che dice: la Bibbia mi suggerisce che devo orientare la mia vita nell'amore. In una società laica, multiculturale, interculturale, questo noi dobbiamo fare. Appartiene alla nostra esclusiva responsabilità, che ha dell'opinabile, che non ci risparmia nemmeno dagli errori umani. Noi abbiamo bisogno di raccogliere la testimonianza di base, la testimonianza di vita, e poi di vivere la responsabilità storica. Io sento che la cosa bella della nostra fede è questo invito a vivere dentro il nostro tempo e a coniugare, nel nostro tempo, le strade dell'amore e della responsabilità. Io non sento nessun bisogno, in una società complessa, di avere un “testo sacro” che mi dica come si deve fare. Perché? Perché ho realizzato la cultura del contestuale: una legge fatta qui ha bisogno di una variante in Brasile, e forse non può essere valida in Sudafrica.

Il cattolicesimo ha preso due strade: una è il fondamentalismo, con una lettura letterale della Bibbia: “la Bibbia dice…”. Dove non bastava questo ha preso la strada della tradizione e poi del magistero: “il magistero ha sempre insegnato…”. Fondamentalismo biblico e autorità magisteriale.

Nel protestantesimo il rischio che si è corso è stato il biblicismo: non a caso il movimento fondamentalista è nato negli Stati Uniti, che ha difeso la civiltà occidentale a colpi di Bibbia. Questo movimento nasce negli anni dal 1900 al 1930  e  si svilupperà fino ai tempi di Reagan in una maniera incredibilmente lussureggiante e potente e porterà ancora all'elezione di Bush. I protestanti, anche italiani, hanno più difficoltà che non gli esegeti cattolici con il metodo storico critico, il grande processo degli strumenti della lettura della Bibbia che ci ha liberati dal fondamentalismo. Essi sono stati molto influenzati dal grande teologo Barth che è stato il loro insigne maestro, il quale era molto incline al fondamentalismo biblico.

Noi abbiamo bisogno non solo di un testo, ma di una coscienza adulta.