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LETTERA A MARIA

dal blog di Franco Barbero del 20.10.2008

Scrissi questa lettera, piuttosto personale e "provocatoria", a Maria di Nazareth ben 29 anni fa, in occasione dell'anno mariano. La ripropongo intatta oggi perché il "marianesimo" è ancora cresciuto e peggiorato.

Credo che la vita di Maria sia davvero una preziosa testimonianza di fede, se riusciamo a ritrovarla sotto la pesante e soffocante montagna di dogmi.

 

   Cara Maria di Nazareth,

io non ti prego mai, proprio mai. Prego soltanto Dio, come ci ha insegnato Gesù, il più "discolo" dei tuoi figli. Dunque, non mi rivolgo a te per invocarti, ma per un dialogo a cuore aperto.

   Ho l'impressione, cara Maria, che da un po' di tempo gente troppo "zelante" ti stia facendo un brutto servizio. Proclamano si quattro venti che tu sei apparsa qua, apparsa là…tanto da farti sembrare ora una maga, ora una fatina, ora una befana in vena di strane comparse. Qui sulla terra, se sei un po' informata, spettacolo ce n'è già fin troppo. Con questo tuo supposto ed esagitato "apparire" qua e là, solcando i cieli ed attraversando gli oceani, fai concorrenza a Wojtyla, imperatore della chiesa cattolica, che va dicendo in giro di essere il vicario di Cristo.

   Qualche volta, quando leggo il tuo nome nelle Scritture, penso a te, al tuo cammino di fede che mi ha sempre interessato. C'eri anche tu, probabilmente, quel giorno in cui tentaste di "convincere" Gesù a starsene un po' tranquillo e "prudente", a non predicare certe verità scottanti che potevano metterlo nei guai. L'evangelo (Marco 3, 20-34) ce ne parla con chiarezza. Come ti capisco! Nemmeno per te fu facile discernere se quel figlio che avevi generato con Giuseppe ora era impazzito o se, invece, Dio lo stava guidando su strade nuove e sconvolgenti. Anche tu, come lo stesso Gesù, come tutti noi, cercasti la via di Dio tra luci ed ombre. Non posso non sentirti vicina a noi in questa ricerca, affascinante e travagliata, della volontà di Dio.

   Per tutto questo mi spiace che la tua "storia" sia stata usata e strumentalizzata. O Maria, ti abbiamo usato violenza teologica continuata schiacciandoti sotto una montagna di dogmi, di reliquie, di devozionalismi, di leggende, di superstizioni: il tutto ad uso ecclesiastico. Abbiamo corso il rischio di negarti come donna e come credente. Poi ti abbiamo trasportata in cielo procalamandoti madre della chiesa, per coronare i nostri castelli dogmatici che ora cominciano a pesare come fardelli inutili ed ingombranti. Intanto tu, o Maria, bambola di gesso in mano all'istituzione ecclesiastica, sei diventata un sicuro investimento. Anche il dollaro scende, le "azioni" mariane continuano a salire. Sei addirittura diventata  un'industria redditizia che produce, nei grandi supermercati che vengono anche chiamati santuari, un'infinità di articoli di largo consumo: ricordini, statue, corone, acqua benedetta, quadri… Mi spiace per te, Maria di Nazareth, ma molto di più per questo commercio che rischia di travolgere e stravolgere la fede dei più semplici.  Probabilmente è la sfortuna che colpisce chi da donna diventa madonna.

   Ora arriva l'anno mariano. Ne vedremo di cotte e di crude. Le agenzie del sacro sono ormai a pieno ritmo in tutti i continenti. Lo so che non puoi farci niente neppure tu, ma…quante stupidaggini ti fanno dire in tutte queste supposte apparizioni! Ti mettono in bocca messaggi di angoscia e di minaccia che non hanno nulla in comune con la gioia e la speranza dell'evangelo. Non pensi che se si dessero una "calmata" non sarebbe nemmeno male? Qui, tra svolazzi di Satana, viaggi pontifici a suon di miliardi, e tue apparizioni, la nostra fede rischia di superare in umorismo e fantasia anche Staino, Altan e Forattini. E non si dica che questa è la stoltezza della croce.

   Continuerò a pensare a te come donna e come credente la cui storia ha molto da insegnarci. Tu non sei la bambola di gesso che le nostre teologie maschiliste hanno fabbricato. Solo restituendo a te il tuo corpo, la tua sessualità, le tue emozioni, la tua storia di donna e di madre, profondamente inserita nella "cultura" di quella terra, potremo forse riscoprire la tua fede, la chiamata che Dio ti ha rivolto e  la risposta che tu hai cercato di dare all'azione di Dio.

   Ci sarà forse qualche dogma da archiviare e qualche migliaio di santuari da chiudere o "riconvertire", ma l'evangelo può esigere da noi questo e altro.

Franco Barbero