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Apparizioni o no? Il Vaticano decide su Medjugorje

 

di Gian Guido Vecchi

 

 Corriere della Sera” del 19 gennaio 2014

 

«Abbiamo fatto un lavoro accurato», sorride il cardinale Camillo Ruini, presidente della commissione internazionale di inchiesta sulle presunte «apparizioni» mariane di Medjugorje che Ratzinger istituì nel marzo 2010. Ieri, dopo quasi quattro anni di riunioni riservate, testimonianze e audizioni dei «veggenti», la corposa relazione finale («non vincolante») è stata consegnata ieri alla Congregazione per la Dottrina della Fede. Ma non è finita, perché l’esame dellex Sant’Uffizio durerà mesi e l’ultima parola — «const o «non constla «soprannaturalità»? — spetterà a Papa Francesco. Del resto non è neanche detto che la Congregazione presenti al pontefice un giudizio netto su un «fenomeno» ancora in corso. Né è un caso che la commissione si sia concentrata sulle «prime» apparizioni.

Perché il problema è anzitutto questo, le «apparizioni» della Madonna durerebbero da più di trent’anni — dal 24 giugno 1981 — , tre dei sei veggenti sostengono di avere ancora visioni quotidiane ovunque siano e insomma il numero complessivo si aggirerebbe intorno a quarantamila, più o meno. Ecco il dilemma della Chiesa. Da una parte un fenomeno che, seppure mai riconosciuto, ha coinvolto milioni di fedeli e generato tante conversioni, lidea evangelica che lalbero si riconosce dai frutti. Dall’altra qualcosa di assai diverso rispetto a Fatima o Lourdes.

Poco tempo fa, il 14 novembre a Santa Marta, il Papa ha messo in guardia dallo «spirito di curiosità» con frasi che paiono trasparenti: «Ci dicono: ma io conosco un veggente, una veggente che riceve lettere della Madonna, messaggi della Madonna!». E ha commentato: «Ma la Madonna è Madre, e ama tutti noi! Non è un capo ufficio della posta, per inviare messaggi tutti i giorni!». Parole severe, quelle di Bergoglio: «Queste novità allontanano dal Vangelo, allontanano dallo Spirito Santo». Del resto nella Chiesa c’è chi è convinto, e un cardinale di raffinata cultura come Christoph Schönborn ha parlato di «fiumi di grazi a Medjugorje. È probabile che per un po’ la situazione resti in sospeso.

Si possono invece iniziare a tirare le somme sul giro di vite voluto da Ratzinger contro i preti pedofili: 555 spretati in poco più di metà pontificato. Tra «dimissioni» d’ufficio e «dispense» chieste da chi ha confessato, sono stati 68 nel 2008 (32 più 36), 103 nel 2009 (43 più 60), 260 nel 2011 (125 più 135) e 124 nel 2012 (57 più 67). Mancano il dato del 2010, comunque «superiore» al 2011, e quelli dal 2005 al 2007. Non è azzardata una proiezione che si avvicina al migliaio. Nel 2013, rivela monsignor Scicluna, se ne sono aggiunti altri cento.