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DI RIFONDARE L’ETICA E LA MORALE

             

  Leonardo Boff, teólogo e scrittore

 

fonte: www.cdbitalia.it  ottobre 2014

 

Una  delle richieste attualmente più frequenti nei gruppi, nelle scuole, nelle università, nelle imprese, nei seminari è la questione dell’etica. Le sollecitazioni più frequenti che ricevo sono esattamente un invito ad abbordare questi temi.

Cosa particolarmente difficile oggi, dato che non possiamo imporre a tutta l’umanità l’etica elaborata in occidente sulla scia di grandi maestri, come Aristotele, Tommaso d’Aquino , Kant o Habermas. Nei contatti delle culture attraverso la globalizzazione ci troviamo a confronto con altri paradigmi di etica. Come trovare, al di là delle diversità, un consenso etico minimo valido per tutti?

Una possibilità è cercare nella stessa essenza umana, di cui tutti siamo portatori, il suo fondamento : come dobbiamo relazionarci tra noi esseri personali e sociali con la natura e con la Madre Terra? L’etica è di ordine pratico anche se basata su una visione teoricamente ben fondata.

Se non agiremo nei limiti di un consenso minimo in questioni etiche, potremmo causare catastrofi socio-ambientali di magnitudine mai vista prima.

Valida l’osservaziopne dello stimato psicanalista nordamericano Rollo May che scrive. “Nell’attuale confusione di episodi correlati con la ragione e con la tecnica, abbiamo perso di vista e non ci siamo preoccupati dell’essere umano; c’è bisogno di fare un’umile marcia indietro verso la cura ; credo che molte volte solo la cura ci permette di resistere al cinismo e all’apatia che sono malattie psicologiche del nostro tempo”. (Eros e repressao,Vozes,1973 p.318 e tutta la parte 318-340).

Mi sono dedicato intensamente al tema della cura (Saber Cuidar, 1999; O Cuidado necessaro,2013 per la Vozes). Secondo il famoso mito dello schiavo romano Higino sulla cura il dio “Cura” ebbe la felice idea di fare un pupazzo di dimensioni umane. Chiamò Giove perché gli desse la vita. Il che fu fatto. Quando questi volle imporgli il nome, la da Terra saltò su a dire che quel pupazzo era stato fatto con materiale preso da lei e così avrebbe lei la precedenza per dare il nome. Ma non riuscirono a mettersi d’accordo.

Saturno, padre degli dei venne chiamato e lui decise la questione chiamandolo “Homo” che deriva da “humus” , terra fertile e disse al dio “Cura” : “Tu che hai avuto l’idea, tu avrai cura dell’essere umano tutti i giorni della tua vita. Da quello che si vede, la concezione dell’essere umano composto di spirito e corpo non è originaria. Il mito dice:”Cura è stato il primo a formare l’essere umano”.

La cura pertanto è un “a priori” ontologico, mi spiego: “sta all’origine dell’essere umano. Questa origine non va intesa in senso cronologico ma in senso filosofico, come la fonte da cui sgorga in continuazione l’esistenza dell’essere umano”. Abbiamo a che fare con un’energia amorosa che sgorga in continuazione ad ogni istante e in qualsiasi circostanza. Senza la cura l’essere umano sarebbe ancora un pezzo di argilla come un qualsiasi altro pezzo sulla riva del fiume, o uno spirito angelico disincarnato e al di fuori del tempo storico.

Quando si dice che il dio Cura ha modellato per primo l’essere umano, s’intende sottolineare che egli impiegò in questo dedizione, amore, tenerezza, sentimento e cuore. Con ciò assunse la responsabilità di far sì che queste virtù costituissero la natura dell’essere umano, senza le quali perderebbe il suo status uman. La cura deve trasformarsi in sangue e carne della nostra esistenza.

L’universo stesso sta in piedi grazie alla cura. Se nei primi istanti dopo il big bang non avesse avuto una cura specialissima perché le energie fondamentali si equilibrassero adeguatamente non sarebbe nata la materia, le galassie, la Terra e noi stessi. Tutti noi siamo figli e figlie della cura. Se le nostre madri non avessero avuto una cura infinita nell’accoglierci e alimentarci noi non avremmo saputo come lasciare la culla per andare a cercare cibo. Noi saremmo morti in poco tempo.

Tutto quello di cui abbiamo cura noi lo amiamo e tutto quello che amiamo, ne abbiamo cura.

Insieme con la cura nasce la resposabilità, altro principio fondatore dell’etica universale. Essere responsabile è aver cura che le nostre azioni non facciano male né a noi né agli altri, al contrario siano benefiche e promuovano la vita.

Ogni cosa ha bisogno di cura. Caso contrario si deteriora e lentamente sparisce. La cura è la maggior forza che si oppone all’entropia universale: fa sì che le cose durino molto più a lungo.

Essendo noi esseri sociali, non viviamo ma conviviamo, abbiamo bisogno di collaborazione di tutti perché la cura e la responsabilità diventino forze plasmatrici dell’essere umano.

Quando i nostri antenati antropoidi andavano a caccia di cibo, non  mangiavano subito come fanno generalmente gli animali. Raccoglievano e portavano al gruppo e condividevano solidarmente. Mangiavano insieme, cominciando dai più piccoli e i più vecchi e dopo tutti gli altri. E’ stata questa cooperaziopne che ci ha permesso di spiccare il salto dall’animalità all’umanità. Quello che era vero ieri è ancora vero oggi. E’ quello che più manca nel mondo che è regolato più dalla competizione che dalla cooperazione. Per questo siamo insensibili davanti alle sofferenze di milioni e milioni di persone e smettiamo di aver cura e di responsabilizzarci nei confronti di un futuro comune, della nostra specie e della vita sul pianeta Terra.

Occorre reinventare questo consenso minimo intorno a questi principi e valori, se vogliamo garantire la nostra soppravivenza e quella della nostra civiltà.

 

Traduzione di Romano Baraglia