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Quattro vescovi sotto inchiesta e 5.000 sacerdoti denunciati la piaga che affligge la Chiesa

 

di Paolo Rodari

 

la Repubblica” del 26 settembre 2014

 

Lo scandalo della pedofilia nel clero ha contorni globali. E numeri che parlano di quattro presuli indagati per un totale di circa 1800 denunce. Gli abusi sessuali hanno coinvolto le comunità ecclesiali di tutto il mondo e hanno colpito duramente limmagine e il prestigio di esponenti di spicco della gerarchia, anche cardinali, spesso accusati, se non direttamente, almeno di non aver contrastato con efficacia gli stessi abusi, insomma di avere insabbiato.

Emblematico il caso dell’ex nunzio presso la Repubblica Dominicana Jozef Wesolowski, arrestato due giorni fa per diretta volontà di Francesco, un caso che porta oggi le indagini del Vaticano su altri Paesi dove lo stesso arcivescovo è stato nunzio. Ma significativa è anche la vicenda del cardinale polacco Kazimierz Nycz, chiamato a testimoniare a un processo di pedofilia. O quella dello scozzese Keith O’Brien, che per le accuse di aver molestato giovani seminaristi non poté partecipare allo scorso conclave. E, ancora, dei due presuli indagati dall’ex Sant’Uffizio, il cileno Marco Antonio Órdenes, cui il Vaticano ha proibito di esercitare le funzioni, e il peruviano Gabino Miranda Melgarejo. I numeri sul fenomeno non lasciano spazio a dubbi: il picco delle denunce di abusi ricevuti dalla Congregazione per la dottrina della fede è stato nel 2004, con 800 denunce, mentre negli ultimi tre anni ci si è attestati sui 600 casi all’anno, che in maggioranza riguardano abusi commessi dal 1965 al 1985, come ha spiegato don Robert Oliver, da meno di un anno promotore di giustizia della Congregazione. Denunce di tipo «canonico», perché poi esistono anche le denunce presso l’autorità giudiziaria.

Gli abusi sui bambini da parte dei prelati hanno rappresentato un vero e proprio tornado” fin dallinizio del pontificato di Benedetto XVI, sconvolgendo intere Chiese nazionali, in particolare negli Stati Uniti, ma anche in Irlanda, Olanda, Germania. Rivelazioni da parte di uomini della Chiesa cattolica, soprattutto negli Stati Uniti, erano partite già prima dellarrivo di Ratzinger nell’aprile del 2005 al soglio pontificio, ma è negli anni successivi che lo scandalo si è allargato anche in America Latina e in Europa, soprattutto in Irlanda, dove sono emersi i crimini commessi da sacerdoti troppo spesso coperti dalla gerarchia.

Le denunce delle vittime sono state sempre più frequenti, aiutate da associazioni, sostenute da avvocati che spesso hanno chiesto risarcimenti milionari, in particolare negli Stati Uniti. E gli attacchi da parte della stampa di tutto il mondo sono stati all’ordine del giorno. Una pressione sempre più forte, tanto che nell’ottobre del 2006 Benedetto XVI reagì parlando degli abusi sessuali commessi dal clero come di «crimini enormi», raccomandando di «stabilire sempre la verità» e di «portare sostegno alle vittime». Inoltre, nel 2008 nel corso del suo viaggio negli Stati Uniti, Ratzinger aveva deciso di incontrare personalmente alcune vittime, chiedendo loro scusa a nome della Chiesa. Al- trettanto accadde nei suoi viaggi in Australia, Malta, Regno Unito e Germania, come hanno raccontato gli stessi protagonisti piangendo per lemozione.

Il giro di vite impresso da Benedetto XVI si è tradotto anche, a livello di Congregazione per la Dottrina della fede, in processi canonici che hanno portato, nel biennio 2011-2012, alla riduzione allo stato laicale di 400 sacerdoti accusati di molestie a minori.

E lo scandalo pedofilia ha pesato anche sull’ultimo conclave: oltre al caso del porporato O’Brien, lo Snap, la rete americana dei sopravvissuti agli abusi dei preti, aveva stilato una lista di dodici cardinali da non eleggere «per rispetto alle vittime di abusi sessuali, soprattutto bambini, da parte di esponenti del clero, per le omissioni che hanno fatto nel denunciare i responsabili e per le giustificazioni che hanno dato nonostante le prove documentate ». Ora tutta la vicenda pedofilia passerà al vaglio della Commissione voluta da Bergoglio, creata con lo scopo primario della protezione dei minori. Ma il principio da seguire l’ha indicato con chiarezza Papa Francesco: «tolleranza zero».